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Oggi l’amico Obama ci riporta formalmente al centro dell’Europa

Oggi è un giorno importante per l’Italia e l’Europa.

Lo si nota in primis sui mercati del debito sovrano: i rendimenti dei nostri BTP decennali scendono gradualmente verso il 5%, avviandosi all’incontro con quelli dei BONOS spagnoli, mentre i BUND tedeschi superano oggi la soglia “psicologica” del 2%.

In questi dati infatti si trova la sintesi di quello che sta accadendo in queste ore:

– un’Italia che torna a essere forte ed esce gradualmente dalle preoccupazioni dei mercati finanziari sulla sua sostenibilità finanziaria di lungo periodo;

– una Spagna che – spostato lo sguardo dei mercati dai valori dei debiti sovrani alle condizioni effettive delle economie reali – viene oggi vista più problematica dell’Italia in termini di stabilità di lungo periodo;

– una Germania che inizia a denunciare i propri problemi interni – debito pubblico divenuto sostanziale, esportazioni in calo, tensioni di politica interna – frutti essenzialmente di quella stessa “austerità” sui cui tenta (va) di fare leva di competitività intra-europea ed internazionale.

– una Grecia in cui si è finalmente raggiunto un complesso accordo politico tra partiti ellenici e “troika” internazionale per accedere alla nuova tranche di aiuti internazionali ed evitare un vicinissimo default, che si sta traducendo anche in un alleggerimento sui rendimenti dei titoli pubblici dei Paesi PIIGS.

Sempre oggi, il Presidente Obama riceve a Washinghton il Premier Monti, conferendogli formalmente un auspicato e fondamentale ruolo nello scacchiere internazionale: quello di rappresentante atlantico in Europa di una visione di crescita (di posti di lavoro ed economia) trainata da investimenti pubblici e privati.

E domani il Premier incontrerà la comunità finanziaria di Wall Street, completando formalmente un impressionante lavoro di “ristrutturazione aziendale”.

Tutto questo dà ragione ai tanti che credevano che il Premier Monti avrebbe potuto trasformare – grazie al sostegno di un popolo pieno di talento e di potenzialità e a un sistema politico resosi conto della necessità di accelerare il cambiamento – una situazione che ci vedeva a rischio default solo pochi mesi fa in una realtà da protagonisti.

Ora tutti insieme – partiti politici e società civile – dovranno lavorare con il Governo Monti nella definizione di politiche per la crescita del Bel Paese, che dovrebbero partire da una seria riforma del mercato del lavoro – che cominci dal sostenere in maniera intelligente il lavoratore attivo in tutta la sua vita professionale, fuori e dentro l’azienda – e da una forte attività di persuasione verso il sistema bancario affinchè rischi su nuova progettualità di famiglie e imprese – senza trincerarsi dietro a un assurdo “merito creditizio” che strozza l’economia reale e limita nei fatti innovazione e sviluppo – assecondando una crescita potenziale che aspetta solo di potersi esprimere.

Tali scelte saranno rafforzate e sostenute nel breve – medio periodo anche da questa nuova visione “italo-americana”, se si imporrà sulle politiche restrittive del duo Merkel / Sarkozy, oggi davvero incomprensibili, se dagli USA – dove la crisi finanziaria è iniziata ormai quasi 5 anni fa – arriva una nuova fase di crescita che non possiamo non assecondare e sostenere con politiche adeguate in Europa.

Un primo riscontro in tal senso? La scelta odierna della BCE del nostro Mario Draghi di mantenere bassi all’1% i tassi di interesse di riferimento e destinare una seconda ondata di finanziamenti agevolati (1% a 36 mesi) alle banche (che questa volta vanno indirizzate alla crescita!).

Il caos sembra iniziare a dissolversi.

Buon lavoro a tutti,

Massimo Preziuso

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