Francesca Paparella è una giovane scrittrice e poetessa. il suo amore per la scrittura l’ha portata a creare una Casa Editrice. Sentiamo da lei come è lo stato di salute della nostra editoria

1. “Editoria senza editori” (Shiffrin). Grandi case editrici amministrate da manager. Obbiettivo: profitto. Le piccole e medie case editrici stessa logica o bastiancontrario?

Il profitto ? lo scopo del mercato,? ipocrita pensare che una forma di mercato abbia unicamente scopi ''ideali'' e sorrido, quando mi parlano di ''missione editoriale'', laddove il mercato per antonomasia NON è un'ideale, la missione editoriale, nasce prima nel lettore, poi nell'editore, se non c'è questo l'editore deve semplicemente attenersi al mercato e richieste, è chiaro che un prodotto di ''livello'' sia già un buon prodotto, ma la ricerca commerciale è comunque d'obbligo.

2. Le grandi case editrici, distribuzione, vendita, pubblicità, visibilità, uffici stampa, l’esercito contro un manipolo, una moltitudine contro un oligopolio, quali spazi e quali difficoltà per le piccole e medie case editrici?

La difficoltà è addentrarsi in una forma mentale in cui ciò che conoscono tutti è un buon prodotto.

Personalmente ignoro tante cose ''famose'' e ne apprezzo altre meno famose, ma d'altronde parliamo sempre di mercato!

La giusta misura è la promozione, che va fatta ad un giusto ascoltatore, per molti la media e piccola editoria è una rampa di lancio, e come tale ha delle differenze dalla grande editoria.

I limiti ci sono non possiamo ''imporre'' un prodotto, ma possiamo farlo crescere, renderlo interessante agli interessati…

Fondamentalmente ''crescere'' serve a tutti e due, dev'essere una sinergia, l'editore lo fa di professione, ma anche fare lo scrittore è una professione!

3. “Il libro è interessante, si può pubblicare se l’autore partecipa alle spese di pubblicazione?”. Cosa pensa di una casa editrice che scrive queste parole ad un autore?

Pensa che l'Autore sia consapevole che c' è sempre un inizio.

Questo non vuol dire che ci debba essere una mercificazione, delle anime, per cui tutto debba essere ''negoziato'', ma che quando a me è stato chiesto da autrice, ho pensato che valeva la pena ''provare'' e non è andata così male!

Ci sono tanti altri casi in cui decidi di finanziare come editore al 100%, è pur sempre mercato!

Autori molto noti hanno iniziato così …

4. Al di là della vostra linea editoriale, quali sono le caratteristiche che fanno sì che un autore vi convinca?

L'Autore, deve essere un Autore.

Deve sentirsi coinvolto nel proprio mestiere, deve amarlo come lo amiamo noi.

L'editore regala sogni, l'Autore collabora a realizzarli, ma dev'essere il primo sognatore.

Credere che un libro cammini da solo è impossibile, credersi troppo in alto per occuparsene è impossibile.

Quasi tutti noi scriviamo e almeno la metà scrivono anche bene, ma pochi di noi, saranno scrittori.

Io sono molto affascinata dalla personalità e dalle tematiche trattate da ognuno di noi, sono molto affascinata dal registro utilizzato e dalle scelte che lo scrittore ha fatto, e questo l'insieme di cose che ci fa iniziare un ''sogno''.

5. Festival di letteratura, festival di filosofia, fiere del libro, un calendario fittissimo di incontri, conferenze, presentazioni, dibattiti, reading. La spettacolarizzazione della cultura, la creazione dell’evento: quanto avvicinano il pubblico alla lettura?

Molto, non avvicinano solo il pubblico alla lettura, ma insegnano moltissimo.

Io trovo che la cultura sia estremamente propedeutica, in una società dove l'apertura a se stessi trova poco spazio.

Ho sempre creduto che chi sa leggere abbia il mondo in mano, è proprio questo che ci manca.

E trovo fondamentale avvicinarci alla lettura, e perchè no, imparare a scrivere.

Credo che la lettura vada vista come un'amica, e creare eventi più vicini a noi, penso possa essere un ottimo inizio!

6. Cosa consiglia ad un autore per mettere in evidenza la sua opera? I “consigli” dei critici letterari sono ancora determinanti?

A livello di marketing, una cosa che ''vediamo'' su libri, giornali, televisioni e già un prodotto concorrenziale, per cui sebbene sia un altro punto a sfavore della''missione editoriale'' , perchè ovviamente esistono opere molto belle che hanno avuto poca visibilità,

Forse la maggior parte delle persone crede che aver scritto un libro sia sufficiente a realizzare questo sogno, nessuno di noi può far crescere qualcosa se non curandola, credendoci, facendo il più possibile si che la sua voce si senta.

Chi vuole fare lo scrittore, deve mettere in conto che la sua voce debba essere sentita e il modo migliore, ovviamente sono i media.

Per quanto ognuno di noi dica il contrario, la ''vetrina'' è già un'ottima offerta, che volente o nolente psicologicamente influenza la nostra scelta!

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