Convegno antipedofilia presso la Pontificia Università  Gregoriana di Roma

Associazione Culturale “ il piccolo Davide ” di Giffoni Valle Piana

All'apertura dei lavori del simposio sulla pedofilia clericale, organizzato dalla Pontificia Università Gregoriana, dal titolo Verso la Guarigione e il Rinnovamento, il cardinale Joseph William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, (l’ex Sant’Uffizio, che ha la riserva sui casi di abuso del clero a danno di minori) ha presentato i dati, che dimostrano la gravità del problema pedofilia nella Chiesa. Il cardinale ha dichiarato: « gli oltre 4000 casi di abusi sessuali su minori segnalati alla Congregazione nel corso dell’ultimo decennio hanno rivelato, da un lato, l’inadeguatezza di una risposta esclusivamente canonica (o di diritto canonico) a questa tragedia, e, dall’altro, la necessità di un risposta a più facce». Il prefetto ha ribadito che la Chiesa è impegnata a fornire alle autorità civili tutta la collaborazione necessaria: “ la collaborazione in questi casi riconosce la verità fondamentale che l’abuso sessuale di minori non è solo un crimine in diritto canonico, ma è anche un crimine che viola le leggi penali nella maggior parte delle giurisdizioni civili ”. In riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal responsabile della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’Associazione “ il piccolo Davide ”, pur riconoscendo e apprezzando l’impegno profuso per far fronte alla tragedia che sta attraversando in modo trasversale tutta la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, esprime diffidenza e preoccupazione. Diffidenza per le cifre presentate, poiché forvianti, in quanto riferite solo all’ultimo decennio, e limitate solamente ai casi segnalati alla Congregazione. Preoccupazione poiché i 4.000 casi valutati, rappresentano solo la punta dell’iceberg della pedofilia clericale, e non considerano la continuità e la durata degli abusi ai danni della stessa vittima. La ripetizione dell’abuso è una costante degli abusi sessuali, come drammaticamente evidenziato anche dalla testimonianza di Marie Collins, irlandese, oggi 62enne. Ripetutamente abusata sessualmente da un sacerdote quando aveva tredici anni, dopo una vita di sofferenze psicologiche, la signora Collins, è intervenuta al convegno per raccontare la sua dolorosa esperienza. Nel suo intervento, la Collins ha anche affermato: “ chiedere scusa per le azioni dei preti autori di abusi non è sufficiente ”, e che “ ci deve essere il riconoscimento e l'ammissione di responsabilità per il male e la distruzione che è stata fatta nella vita delle vittime e le loro famiglie a causa della copertura spesso deliberata e per la cattiva gestione dei casi da parte dei loro superiori. ” Ciò premesso, accogliendo l’esortazione del cardinal Levada, che auspica “ la necessità di una risposta a più facce ”, la nostra Associazione propone agli organizzatori del convegno, un contributo semplice ed efficace per contrastare la recidività del reato: l’istituzione del certificato antipedofilia sacerdotale. La proposta è stata già presentata al promotore di Giustizia della suddetta Congregazione, Monsignor Charles Scicluna, ed al Cardinal Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Se in Italia, un’impresa edile per poter esercitare la sua attività deve preventivamente esibire un certificato antimafia, perché la Chiesa Cattolica non istituisce un certificato di garanzia morale per i suoi sacerdoti ? L’idea è semplice: il D.A.P.S. Documento Antipedofilia Sacerdotale. Quando in una parrocchia s’insedia un sacerdote, insieme al mandato conferitogli dal vescovo, deve ricevere anche il D.A.P.S., il documento nel quale il vescovo, firmando personalmente, garantisce l’integrità morale del sacerdote e si assume tutte le responsabilità giuridiche, antecedenti alla data del certificato. Praticamente un certificato di “ verificata buona condotta ”, quindi una garanzia e una copertura totale che annualmente viene rinnovato. Il vescovo serenamente lo rilascia, il sacerdote con orgoglio lo espone nella sua parrocchia, i genitori lo leggono e si tranquillizzano. Alberto Senatore

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