Proposte politiche della u.i.l.s, equità , giustizia sociale

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
ha sollecitato le forze politiche e sociali, maggioranza e opposizione, a prendere atto della grave situazione in cui si trova il paese. chiede più coesione, per compiere scelte idonee ed urgenti, per risolvere la precarietà occupazionale e produttiva, in modo di riacquistare la fiducia dei mercati.

L’appello è rivolto a tutti i ceti sociali affinché si sottopongano ai necessari sacrifici economici, anche se pesanti, al fine di uscire dalla crisi che sta travolgendo il paese.

La UILS condivide l’invito e le preoccupazioni del presidente della Repubblica.

La UILS considera il Presidente della Repubblica come il capo di una grande famiglia e gli riconosce il saggio dovere di indicare ai membri della famiglia la strategia per evitare di cadere in disperate situazioni. Questo sarebbe il dovere morale di ogni padre responsabile che ama la famiglia, disposto anche a donare piacevolmente la propria vita pur di salvare il benessere, l’onore e il prestigio famigliare.

La UILS ritiene che il Presidente della Repubblica dovrebbe prendere una esemplare iniziativa riducendo il suo emolumento ad euro 3.000 mensili.

Tale esempio sarebbe considerato dalla collettività un gesto d’amore verso il paese. sicuramente sarebbe gradito da tutti i cittadini e tutti seguirebbero il suo assennato esempio nel sopportare i sacrifici imposti dai governi Prodi, Berlusconi e Monti.

la uils, rispetto al governo Monti, ripone fiducia nei provvedimenti adottati per il risanamento economico e per la crescita e stigmatizza la incapacità programmatica e attuativa del parlamento e della classe politica e sindacale italiana.

la uils ricorda la capacità decisionale e la correttezza istituzionale del presidente Craxi. Citiamo gli episodi di sigonella e del referendum sulla scala mobile il cui risultato contribuì a frenare l’inflazione, a migliorare la condizione economica, il benessere dei cittadini. Ma anche il prestigio ed il ruolo internazionale dell’Italia.

La UILS rileva che il sistema istituzionale deve essere profondamente riformato per liberarlo dalla morsa di una classe politica che si è rivelata litigiosa e incapace di rispettare il mandato ricevuto dagli elettori e i principi costituzionali. Occorre impedire che si ripropongano le condizioni, al limite di una corretta democrazia, che hanno giustificato il governo tecnico presieduto dal senatore Monti ed una sovraesposizione quotidiana del Presidente della Repubblica senatore Napolitano.

La UILS, in tale quadro, propone all’attenzione del governo e del parlamento il seguente programma di azione politica:

1) Lo Stato deve devolvere le risorse economiche, per lo sviluppo occupazionale e della produttività ad un fondo di solidarietà. Il fondo dovrà intervenire da ammortizzatore sociale per uguagliare le diversità di trattamento economico ricevuto dai lavoratori da parte dei loro datori di lavoro.

2) Lo Stato deve garantire ai lavoratori, una retribuzione mensile non inferiore a 1500 euro rapportata al costo della vita, in modo di garantire alle famiglie sicurezza economica e certezza di serenità. i lavoratori inoccupati privi di reddito, devono percepire un salario sociale mensile anche se, minimo ma sufficiente per vivere dignitosamente nell’attesa d’occupazione. Nel caso di retribuzioni insufficienti si tratterà di integrarle. le risorse, per soddisfatti tale azione devono essere accolte dai proventi pervenute dal pagamento delle tasse effettuate dai contribuenti

Lo stesso trattamento deve essere riservato ai pensionati.

3) Lo stato deve incoraggiare l’imprenditoria a sviluppare programmi d’ammodernamento, in modo da creare più ricchezza e nuova occupazione. Occorre eliminare dai contratti collettivi nazionali di lavoro i vincoli pregiudizievoli che sconfortano l’imprenditore ad investire nella propria azienda, ivi compresi gli investitori internazionali. L’articolo 18 è superato da decenni, cosi anche il sindacato, che a nostro avviso si deve aggiornare ai tempi attuali. Considerato la precarietà occupazionale persistente nel paese.

4) lo Stato, per favorire la ripresa occupazionale, deve assecondare la nascita di nuove imprese e dare sostegno a quelle esistenti. L’impresa deve essere favorita affinché possa ammodernarsi e svilupparsi, con la prospettiva di incrementare l’occupazione e il benessere collettivo. I lavoratori, con il sostegno statale, devono essere posti nelle condizioni, se lo gradiscono, di partecipare, con l’incarico d’azionisti alla vita aziendale. I lavoratori sarebbero più coinvolti e favorirebbero maggiormente i piani aziendali producendo più profitti, parte dei quali sarebbero a loro retrocessi come dividendi.

5) Le imprese devono essere riconosciute libere di decidere. Esse non possono essere condizionate da vincoli sindacali. Le organizzazioni sindacali di categoria devono segnalare eventuali proposte migliorative a favore dei lavoratori e per una maggiore produttività dell’azienda. vincolo da inserire nei contratti collettivi nazionali di lavoro è di concordare un salario non superiore a 3.000 euro mensili, sia per i collaboratori sia per i dipendenti. al disopra, l’azienda deve essere libera di corrispondere quanto riterrà equo, dopo aver assolto al pagamento degli oneri dovuti per legge.

6) I lavoratori del privato che percepiscono salari al disotto di quello stabilito al punto (2) saranno integrati dal fondo formato dalle risorse destinate al punto (1). l’imprenditore potrà detrarre dagli oneri contributivi soltanto il salario corrisposto al lavoratore.

7) Il ruolo del sindacato deve qualificarsi nella vigilanza sull’attuazione dei programmi indicati dal presidente del consiglio monti. La pari dignità sociale deve significare che il trattamento economico dei lavoratori non deve superare più di tre volte il minimo. I dirigenti pubblici e privati non devono superare 3.000 euro. Lo stesso principio è applicabile anche ai pensionati.

8) Le politiche per lo sviluppo debbono essere concepite nell’ambito di una nuova legislazione che definisca i termini di una maggiore collaborazione tra lavoratori e impresa allo scopo di raggiungere adeguati livelli di produttività, di miglioramenti economici e di partecipazione. I sindacati, per alleggerire i costi sopportati dai cittadini e dalle imprese, debbono impegnarsi affinché la pubblica amministrazione divenga un modello di efficienza, di trasparenza, di imparzialità.

9) L’istituto della cassa integrazione guadagni deve essere trasformato in un fondo a disposizione delle imprese in crisi affinché mantengono l’occupazione e non cessino l’attività, e adeguino l’azienda alle esigenze di mercato.

10) Il credito alle imprese deve essere erogato attraverso adeguati finanziamenti pubblici e privati. Attraverso anche la rete dei Confidi gestiti in forma mutualistica, in modo d’intervenire a loro sostegno in tempi rapiti prima dell’oro tracollo.

11) Il prestito sociale deve essere esteso a tutte le imprese che si costituiscono in forma associativa con le medesime agevolazioni, modalità e principi previsti per le società cooperative. Gli stessi criteri per le cooperative sono applicabili agli utili reinvestiti nell’impresa che li ha prodotti.

12) L’impiego pubblico deve essere concepito nel senso che tutti i cittadini hanno diritto di lavorare nella pubblica amministrazione. Gli interessati in possesso dei requisiti richiesti devono avere la possibilità ad essere occupati a rotazione. I lavoratori pubblici già occupati formeranno dei contingenti destinati a sostituire quelli del settore privato, in base alle professionalità richieste dall’azienda. I dipendenti pubblici che hanno ricoperto per due anni, la medesima funzione devono essere destinati ad altro incarico, in modo da evitare l’istaurarsi di posizioni di potere, di favoritismo, d’ingiustizia, di corruzione, di poca trasparenza, di danno collettivo.

13) debito pubblico, se si vuole si può ridurre deve essere trasferito, dal bilancio pubblico, in capo ad ogni cittadino contribuente in modo proporzionale alla sua quota di reddito dichiarato e di ricchezza accertata. La legge stabilirà le modalità di rimborso d’ogni quota di debito. I lavoratori possono fare il rimborso attraverso l’effettuazione d’ore lavorate presso l’azienda che lo occupa. La remunerazione di tali prestazioni andrà ad alimentare il fondo creato per assorbire il debito convenzionato, liberando d’ogni gravame i salari o le pensioni percepite.

14) Tutti gli stipendi, e gli emolumenti a qualsiasi titolo corrisposti, sia nel settore pubblico sia in quello privato, per la parte che supera 1500 euro, saranno pagati con titoli di stato arricchiti da interessi a cadenza semestrale ho annuale. I possessori dei titoli devono avere la facoltà di monetizzarne o di negoziarne una quota in qualunque momento. Gli effetti naturali sul rendiconto pubblico e sui bilanci privati sono evidenti. Lo stesso criterio deve essere applicato ai pagamenti delle istituzioni alle imprese fornitrici di beni e servizi. alla scadenza naturale dei titoli il portatore incasserà l’importo originario più gli interessi.

15) Gli esercizi pubblici non possono essere il teatro per rappresentare una finta lotta all’evasione fiscale, attraverso blitz mediatici e la criminalizzazione degli esercenti.

Gli esercenti sono lavoratori autonomi, in altre parole imprenditori che rischiano, che affrontano difficoltà economiche, collaborano con lo Stato, creano occupazione e benessere, pagano tasse, e contributi d’ogni genere, sono oberati da una burocrazia soffocante. Aree grigie ovviamente vi sono. È auspicabile lo Stato democratico rispetti di più i cittadini, chi produce e lavora, anziché trasformarsi in un cieco Stato di polizia.

16) La radice dell’evasione esistere e deve estirpata. Essa va ricercata non fra i contribuenti, ma fra chi mettono le mani nelle tasche dei cittadini per mantenere abusi e privilegi. Si tratta di chi percepisce stipendi esuberanti, di una classe politica corrotta, di chi non pone limiti alla propria avidità, di una burocrazia vorace e prepotente con i deboli ma ossequiente con i potenti. Una Repubblica che è madre e non matrigna deve applicare integralmente la sua Carta costituzionale, deve eliminare nel profondo i fenomeni che generano il lavoro precario e quello in nero e deve aiutare e stimolare la rete delle piccole imprese che è presidio di democrazia e laboriosità.

17) Per stimolare i contribuenti a mantenere le attività produttive e gli esercizi d’interesse collettivo, il Governo deve stabilire un tetto massimo di euro 3.000 per gli stipendi pagati con il denaro dei contribuenti. Diversamente sono da qualificare evasori anche chi percepisce retribuzioni superiori a quello avanti detto.

18) I costi inerenti alla circolazione stradale (assicurazioni per la responsabilità civile, bollo di circolazione, ecc.) devono essere trasferiti sui prezzi dei carburanti, opportunamente controllati e depurati dalle fiammate speculative.

19) Il Governo deve autorizzare la costituzione di speciali “banche fra cittadini “ gestite in forma mutualistica in quei comuni o in quei comprensori che abbiano attitudine allo sviluppo del territorio e di opportunità occupazionali. Tra i parametri da tenere in considerazione devono esservi quelli delle professionalità territoriali, delle esigenze di credito a breve o di microcredito, del contributo dei territori al PIL.

20) Istituire enti comunali autogestiti dai produttori. Occorrono politiche rivolte ai cittadini affinché possano acquistare prodotti di prima necessità a costi più accessibili. Contemporaneamente si tratta di fornire sostegno ai produttori agricoli, agli artigiani e alle piccole imprese.

21) Equitalia deve essere riformata. Non può continuare ad essere un esattore spietato di atti esecutivi che non valorizzano i beni dei debitori. Equitalia deve bandire il corrotto sistema delle aste e deve proporsi di salvaguardare lo spirito imprenditoriale in crisi e la relativa occupazione, finanziando a tassi agevolati il riscatto del debito.

la UILS richiede un immediato provvedimento di condono o di dilazione decennale del debito e la riduzione rilevante dei tassi d’interesse e degli altri oneri d’esecuzione.

La UILS, in conclusione, auspica che tali proposte siano fatte proprie dal Capo dello Stato e dal Presidente del Consiglio e che essi stessi si facciano promotori di un’iniziativa per stabilire nuovi principi per una vita collettiva più serena ed armoniosa e per offrire solidarietà concreta alle fasce sociali meno protette, ad oggi a giudizio della uils sono stati delusi da promesse mai realizzate.

Antonino Gasparo
Presidente UILS, Unione Imprenditori Lavoratoti Socialisti

Via Baccina 65, 00184 – Roma
Tel. 06.6797812 – Fax. 06.6797661
www.uils.it

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