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ELEZIONI ORDINE AVVOCATI 2012- IDENTITA’ – LIBERALIZZAZIONI – LIBERTA

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ELEZIONI ORDINE AVVOCATI DI ROMA 2012

IDENTITA ‘ – LIBERALIZZAZIONI – LIBERTA’

1. I mali della giustizia, li conosciamo tutti, poiché feriscono la nostra quotidianità da tempo, eppure, ancor prima di pensare a risolverli, e quindi a programmare il come, è necessario programmare il perché. E porre al centro la ridefinizione della coscienza sociale e professionale dell’avvocatura, è quel perché. Capire chi siamo veramente oggi, viene prima del come siamo, come essere viene prima di avere, e rendere tangibile e intellegibile la realtà interna, è preliminare alla modificazione di quella esterna.

2. E ancor prima e ancora di più, non sarà superfluo affermare, che non è tanto questione di programmi, ma di volontà, non è questione di progetti, ma di uomini, non è ormai questione di domani, ma di oggi;

3. E’ per questo che 15 alfieri dell’ avvocatura, che vogliano effettivamente costruire da oggi, una realtà nuova e diversa, più equilibrata e meno angusta, otterranno da ciò quella legittimazione della categoria, che gliene fornisca facoltà, autorità e sostegno.

4. E tale supporto collettivo, sarà tanto più grande, quanto più scintillerà nel nostro cuore, la consapevolezza di appartenere ad una lobby virtuosa e raccolta, diversa da tutte e orgogliosa della propria missione di tutrice della fiaccola del diritto;

5. Sappiamo di vivere in una vasta realtà socio- giuridica in costante evoluzione, difficile da delinear­e, difficile da prevedere, difficile da contenere, ma proprio per questo, è essenziale procedere ad una concertazione domestica degli interventi degli ordini, sulla base di strategie collettive, predisposte prima, e proposte poi, a tutti i colleghi, tramite schede e questionari che raccolgano i problemi e i possibili interventi, al fine di sistematizzare prima e privilegiare poi, le criticità maggiormente urgenti e condivise;

6. E’ per questo che è essenziale elaborare una Mappa delle Criticità e costituire, presso i Consigli degli Ordini, Commissioni di Monitoraggio, costantemente informate con i moderni mezzi telematici, per raccogliere e categorizzare i problemi in modo sistematico e razionalizzare l’impiego delle risorse economiche;

7. Creare una Compagnia Cooperativa di Assicurazione degli Avvocati, con i soldi degli avvocati, (per le spese di avvio, sono sufficienti non più di 100 €. per ognuno di noi, laddove tali spese vengano ripartite, fra le migliaia di avvocati iscritti, e al proposito l’art. 14 del codice delle assicurazioni è eloquente) la quale copra non solo la garanzia civile dei nostri veicoli e le insufficienze della Cassa, ma raccolga il denaro per finanziare la nostra categoria, per pubblicizzarne l’operato, per rivendicare in tutte le sedi la sua azione essenziale e quindi per ricostruirne l’immagine vile, che oggi la caratterizza. E Tutto questo non ci costerebbe nulla, poiché noi tutti, da sempre, paghiamo premi di polizza ad altre Compagnie di assicurazione e dunque nessun costo aggiuntivo vi sarebbe, ma solo un trasferimento ad un nostro stesso soggetto delle nostre risorse economiche.

8. Sul piano rappresentativo poi, bisogna lottare per implementare il potere del Consiglio, che deve travalicare quella potestà di natura essenzialmente amministrativa, che lo caratterizza oggi dì. I nostri problemi non possono essere risolti da un organo senza potere, la cui importanza deve essere pari almeno a quello che rappresenta la magistratura, poiché Avvocatura e Magistratura, costituiscono due facce di una stessa medaglia, ed entrambe sono le due colonne della giustizia, nel cui Tempio viene celebrata una ritualità che non è solo nostra, ma è di tutti e che non può essere umiliata dalla mancanza di alcuni attori protagonisti;

9. E ancora più importante, è la coordinazione dell’avvocatura a livello nazionale, per superare quel particolarismo, che rende spesso inane e svuotata di contenuti, ogni forma di lotta, di pensiero o di intervento, per la tutela nostra e del bene comune, per aggregare i colleghi, ma anche per compartecipare i cittadini delle nostre problematiche, poiché la funzionalità del sistema giustizia riguarda tutti, e rende i nostri problemi, i problemi di tutti.

10. E ancora, guai a non attrezzarsi culturalmente, per contrastare la fallimentare follia economica liberista oggi imperante, anti keynesiana, anti civiltà e condannata da un'attualità, che sta diventando ormai storia e che dopo aver fallito sul piano delle politiche economiche, portando le Nazioni sull’orlo del baratro economico, pretende ora di svuotare anche il ruolo e la funzione dell'avvocatura, schiacciandone dignità e forza di pensiero; fondando il suo credo sull’altrettanto fallimentare dogma del mercato, che riduce la realtà ad una valenza meramente economica, comprimendo gli spazi per l’eccellenza e l’idealità;

11. Ci sono ancora molte altre cose che dovrebbero essere fatte: dall’ aggiornamento del tariffario forense, al pagamento delle difese d’ufficio, alla riduzione del contributo unificato, alla scarsità del numero dei Giudici e dei cancellieri ecc., ma queste le conoscete tutti, poiché le pagate ogni giorno, con una moneta senza peso, se non quello della sofferenza e della rassegnazione.

12. Per finire, a chi obietta che la crisi economica degli stati occidentali, ci consentirà di fare poco o nulla, rispondo che noi non abbiamo paura di essere più poveri, ma abbiamo soltanto paura di non essere più liberi.

Avv. Luigi Fratini

Candidato all’Ordine degli Avvocati di Roma, per le Elezioni 2012

www.avvocatiperlitalia.it 1. Per una concertazione domestica degli interventi degli ordini, sulla base di strategie collettive, predisposte prima, e proposte poi a tutti i colleghi, tramite schede e questionari, che raccolgano i problemi e i possibili interventi, al fine di sistematizzare prima e privilegiare poi, le criticità maggiormente urgenti e condivise;2. Per elaborare una Mappa delle Criticità e costituire, presso i Consigli degli Ordini, Commissioni di Monitoraggio, costantemente informate con i moderni mezzi telematici, al fine di raccogliere e categorizzare i problemi in modo sistematico e razionalizzare l’impiego delle risorse economiche;3. Per creare una Compagnia Cooperativa di Assicurazione degli Avvocati, con i soldi degli avvocati ( vedi per le spese di avvio, art. 14 codice delle assicurazioni, lettera c, da cui si desume che tali spese sono veramente minime, se ripartite fra le migliaia di colleghi ) la quale copra non solo la garanzia civile dei nostri veicoli e le insufficienze della Cassa, ma raccolga il denaro per finanziare la nostra categoria, per pubblicizzarne l’operato, per rivendicare in tutte le sedi la sua azione essenziale e quindi per ricostruirne l’immagine vile, che oggi la caratterizza. E Tutto questo non ci costerebbe nulla, poiché noi tutti, da sempre, paghiamo premi di polizza ad altre Compagnie di assicurazione;4. Per implementare il potere del Consiglio, che deve travalicare quella potestà di natura essenzialmente amministrativa, che lo caratterizza oggi dì, divenendo vero organo di rappresentanza politica territoriale, coordinato politicamente con altri ordini egualmente rappresentativi;5. Per rivendicare il ruolo di primus inter pares dell’Avvocatura, poiché Avvocatura e Magistratura, costituiscono due facce di una stessa medaglia, ed entrambe sono le due colonne della giustizia, nel cui Tempio viene celebrata una ritualità, che non è solo nostra, ma è di tutti e che non può essere umiliata dalla mancanza di alcuni attori protagonisti;6. Per coordinare l’avvocatura a livello nazionale e superare quel particolarismo, che rende inane e svuotata di contenuti, ogni forma di lotta, di pensiero o di intervento;7. Per compartecipare i cittadini delle nostre problematiche, poiché la funzionalità del sistema giustizia riguarda tutti, e rende i nostri problemi, i problemi di tutti.8. Per contrastare la fallimentare follia economica liberista oggi imperante, anti keynesiana, anti civiltà e condannata da un'attualità, che sta diventando ormai storia e che dopo aver fallito sul piano delle politiche economiche, portando le Nazioni sull’orlo del baratro economico, pretende ora di svuotare anche il ruolo e la funzione dell'avvocatura, schiacciandone dignità e forza di pensiero; fondando il suo credo sull’altrettanto fallimentare dogma del mercato, che riduce la realtà ad una valenza meramente economica, comprimendo gli spazi per l’eccellenza e l’idealità; 9. Per Porre al centro la ridefinizione della coscienza sociale e professionale dell’avvocatura;10. Per riaffermare, che non è tanto o non solo questione di programmi, ma di volontà, non è questione di progetti, ma di uomini, non è questione di domani, ma di oggi;11. Per resuscitare l’antica categoria concettuale del diritto di resistenza, programmando e coordinando azioni di resistenza unitaria, contro lo strapotere di Istituzioni staccate dalla realtà;12. Per contrastare chi obietta che la crisi economica degli stati occidentali ci consentirà di fare poco o nulla, e non ha capito che noi non abbiamo paura di essere più poveri, ma abbiamo paura solo di non essere più liberi. Avv. Luigi FratiniCandidato alle elezioni dell’Ordine di Roma 2012

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