Mia figlia Elisabetta oggi non va in ufficio, e così con gran piacere vado con lei a far colazione in un elegante bar di Colli Aniene, il quartiere di Roma dove abitiamo. Lei prende un invogliante maritozzo ricoperto di glassa, io due deliziosi piccoli cornetti, uno semplice, l'altro alla marmellata. Ci sediamo ed io addento subito il cornetto farcito. Do uno sguardo compiaciuto alla parte restante e mi rendo conto che non è solo alla marmellata ma anche al frammento d'insetto. Inconfondibile: nero, lucido, fornito ancora di due tre segmenti di zampina marrone. Una delizia di cornetto alla confettura d'albicocca e scarafaggi. Stomaco sottosopra. Colazione rovinata. Riferisco alla cassiera e chiedo: “Avete insetti nel laboratorio?”. Mi risponde: “Mi dispiace, può capitare”. Capitare che cosa? Che un insetto sia finito per puro caso nel laboratorio, oppure che uno dei tanti graziosi animaletti che assaggiano paste e brioches prima dei clienti, sfugga all'occhio del pasticciere? Bisogna sapere che gli scarafaggi oltre a essere insetti schifosi e fetidi, sono anche pericolosi, giacché portatori di microbi patogeni. Mi chiedo: in questo modernissimo paese occidentale del terzo millennio, esiste qualche anima buona che entri ogni tanto in questi laboratori, spesso sotterranei, per verificare se siano osservate le norme igieniche?
Renato Pierri
