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Ordini Professionali

Marina Calderone sul Sole 24 Ore del 29.12.2011 si domandava “è ipotizzabile un'Italia senza Ordini professionali?” e si rispondeva negativamente “considerando tutto ciò che gli oltre due milioni di iscritti garantiscono in termini di efficienza e di tutela dei diritti dei cittadini”. Dario Di Vico, invece, in un articolo apparso sul Corriere della Sera dell’8 gennaio us, invitava le professioni “a presentare proposte”. Io credo che, da un lato, le uniche speranze di sopravvivenza per gli ordini sia legate alla loro capacità di far dimenticare quello che non sono riusciti a garantire non solo a cittadini e imprese ma neppure agli stessi iscritti; dall’altro, che le proposte che possono giungere da organismi abituati a detestare, in nome di un pregiudizio ottocentesco, le logiche del mercato non possono che essere improntate al mantenimento dell’attuale modello sociale organicistico della società e puntare all’affidamento, ovviamente senza gara d’appalto, dei servizi che lo Stato non riesce a garantire ai cittadini. Continua

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