AVVOCATURA PROFILO “D”

Laura Vasselli Antonietta Lazzaruolo Maria Teresa Massimo
Pignone del Carretto Carla Nocchia

Carmelina Paganelli Francesca Rosetti Valentina Ruggiero Laura Solimei

Questa iniziativa al femminile è originata da ragioni esclusivamente statistiche, distante dalle dinamiche della politica di genere e dalle quote rosa. I dati affermano infatti che gli avvocati iscritti all’albo dell’ordine forense romano sono 22.700 circa, di cui oltre 9.800 donne.
La presenza forense femminile romana – di pari passo a quella in scala nazionale- corrisponde dunque al 43% del totale e ha diritto ad un’adeguata e proporzionale rappresentanza numerica al proprio Consiglio dell’Ordine.
In questa occasione elettorale, noi candidate prendiamo atto dell’accresciuta sensibilità ideologica che manifestiamo con la libera scelta di competere in autonomia ed alla pari, nel rispetto delle regole della naturale crescita esponenziale, senza dover necessariamente transitare da liste tradizionali di esclusiva iniziativa maschile.
Profilo D evoca non solo Donne, ma anche Dignità, Deontologia, Disciplina ma soprattutto Difesa e Diritto di Difesa, oltre che Decoro e Diritti in generale: in sostanza si vuole ricomprendere ogni necessità di recuperare le componenti essenziali delle migliori qualità della nostra professione, al momento in fase di pericolosa decadenza e che invece debbono essere recuperate per contribuire ad aumentare il valore della nostra professione in grande trasformazione.
Il fatto che l’Avvocatura sia radicalmente cambiata, per effetto della tendenza globale alla liberalizzazione, non deve legittimare le classi dirigenti a demolire il valore della nostra professionalità, che spetta a noi far evolvere costruttivamente, mediante la ridefinizione della figura dell’Avvocato che deve tornare ad essere nuovamente apprezzato dal cittadino.
Questa delicata funzione può e deve essere espletata essenzialmente dai Consigli degli Ordini Forensi, istituzionalmente tenuti a svolgere funzioni di autogoverno degli iscritti e che assumono vitale importanza per la salvaguardia dell’immagine della nostra professione verso l’esterno. E’ giunto il momento di aprirsi al massimo al confronto attraverso la corretta informazione sul ruolo del difensore.
La cittadinanza deve tornare a comprendere che la difesa del ruolo dell’Avvocatura coincide con la tutela dei suoi stessi interessi; mai come in questo momento storico occorre far capire quanto siano importanti l’autonomia e l’indipendenza della difesa tecnica per la funzione essenziale alla stessa deputata.
E’ ora di porre fine a questa ingiusta ed insensata campagna di demonizzazione in atto contro di noi; e ciò consentirebbe automaticamente di rafforzare la nostra posizione ed il nostro ruolo anche all’interno degli Uffici Giudiziari, ove il trattamento che riceviamo è a volte da considerare umiliante.
Per restituire al cittadino la corretta identità dell’Avvocatura, rafforzata dal valore etico e deontologico che le appartiene, occorre potenziare al massimo l’attività disciplinare ed applicarecon più rigore le regole deontologiche. Troppo spesso, infatti, i Clienti restano delusi, anche comprensibilmente, da comportamenti superficiali che ricevono dai loro difensori. Quale altro modo per incoraggiare i cittadini a considerare l’Avvocatura quale unico strumento di difesa delle loro aspettative in tema di giustizia? L’attività di caratura delle parcelle ai fini della liquidazione degli onorari riveste carattere essenziale per restituire al Cliente quella fiducia nell’approccio con i nostri studi, spesso offuscata dal timore di costi troppo elevati per la consulenza e per la promozione di azioni giudiziarie.
Perseguendo, con la silente riservatezza che tanto piace ai clienti, gli obiettivi della qualità della preparazione tecnica, dello stile verso le istituzioni e dei costi ragionati con tariffe alla mano, riusciremo a recuperare la forza di cui abbiamo bisogno in questo momento di grave difficoltà per la categoria e per tutte le fasce sociali della popolazione.
Senza il costante aggiornamento è impossibile tenere il ritmo della frequenza esasperata con cui leggi e sentenze prodotte qui in Italia inondano le nostre vite; ecco perché, attraverso lo strumento della formazione continua, lo scambio di informazioni, la consultazione costante, i ragionamenti su tematiche comuni ed il confronto quotidiano possono costituire la vera linfa vitale della nostra amata professione.
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Occorre limitare al massimo le scene in piazza e gli scioperi; si sono rivelati controproducenti e lesivi della dignità dell’Avvocatura. Le nostre proteste debbono attuarsi esclusivamente con il naturale uso degli strumenti di impugnativa dei provvedimenti ritenuti difformi dalla Costituzione e dalle Leggi, salvaguardando l’autonomia dell’Avvocatura con totale distacco emotivo dalle determinazioni legislative, anche quando non tengono conto dei nostri diritti come professionisti, agendo legalmente con gli strumenti offerti dalla legge e che soltanto noi avvocati sappiamo utilizzare correttamente.
Soltanto un paese in gravissime difficoltà economiche giunge a subappaltare al privato la gestione della giustizia con strumenti come quello della c.d. mediaconciliazione; al momento ci vediamo costretti a cambiare atteggiamento verso quest’ultima che può e deve essere interpretata dall’Avvocatura come la possibilità di riappropriarsi di una rilevante area di giurisdizione, in quanto giuridicamente e naturalmente legittimata a gestire il processo nella sua fase preliminare; interpretiamolo come un modo utile per drenare il traffico di fascicoli nei tribunali e, nel contempo, un metodo per favorire la sua penetrazione in ambito procedurale, con il risultato di affinare le tecniche difensive nella risoluzione stragiudiziale delle controversie.
Poche ma fondamentali riflessioni che, se condividi e Ti ci riconosci, con il Tuo voto alla nostra lista possono diventare il decisivo impegno congiunto a favore della nostra categoria.
Grazie.

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