Era un politico di razza. Di quelli che amano mettersi in gioco, guardare negli occhi chi hanno di fronte e sfidare, fino all’ultimo pensiero, chi incontrano sulla propria strada.
Mirko Tremaglia è l’espressione di quanto di buono esiste ancora nella politica italiana.
Di come la dignità di un uomo possa ancora collimare con le scelte politiche.
Mirko era, ed è, questa possibilità. Quella di poter ancora credere che fare politica non significa rinnegare se stessi e le proprie idee.
Un qualcosa che si sta lentamente perdendo nel nostro Paese.
Questa è una delle sue eredità.
E gli è riconosciuta da ogni schieramento, senza distinzioni di colore o di programma.
Perché la rispettabilità della propria azione politica, la difesa del diritto ad essere italiani e la salvaguardia dell’italianità in tutte le sue forme, non possono avere una gabbia politica.
E oggi, nel giorno in cui l’intera Camera esprime il suo ricordo più sentito e autorevole, tutto questo diventa ancora più forte.
A pochi giorni dalla sua scomparsa la sua mancanza si avverte.
Si avverte tra gli italiani di ogni parte del mondo, che in lui avevano trovato un padre ed un amico.
Si avverte tra gli scranni di Montecitorio dove la forza delle parole e l’energia delle idee a volte sembrano un lontano ricordo.
Mirko manca all’Italia. Un’Italia che orfana della sua presenza è ricca della sua eredità.
Proprio come ogni singolo italiano, dagli Usa al Giappone, o come ogni nuovo italiano verso il quale lui ha teso amabilmente e paternamente una mano.
Nessuno si perda in inutili panegirici.
Questi lasciamoli fare agli oratori di mestieri.
O magari a chi cerca o ha cercato un minuto di gloria sul suo feretro.
Ma sappiamo anche che la vergogna non ha mai fine.
Così come la presunzione di credere di essere un erede.
Eppure c’è sempre qualcuno tra le fila dell’alta o della bassa politica che crede di collocarsi a referente all’ombra del suo ricordo.
Lo sciacallaggio sappiamo fa fatica a smorzarsi ed il buon senso non è prerogativa di tutti.
Non contaminiamo il commiato per Mirko con strenui tentativi di ingabbiarlo in questo o quella posizione.
Mirko era un italiano senza se e senza ma.
Un italiano che ha amato l’Italia senza vacillare e sapendo rinnovare questo amore giorno dopo giorno, con la cura e la passione che solo un innamorato sa dare.
Mirko era di tutti, non di questo politico o di quello schieramento.
Le forzature sono certo inevitabili per chi non fa politica e non conosce le persone che la animano, ma noi che siamo cresciuti e formati aggrappandoci alle sue sfide non possiamo commettere questo errore.
Mirko è stato uno degli ultimi figli di un’Italia vera, ancora lontana dalle bassezze dei personalismi e del clientelismo moderno.
Ed è questo il suo più grande ricordo.
Aldo Di Biagio