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IL GOVERNO MONCO

Le grandi manovre sono iniziate. Il Governo Monti è impegnato su tutti i fronti. I sacrifici sono sempre più tangibili e distribuiti non nel modo migliore. Ma, a fronte di un Esecutivo “tecnico, ” non siamo nelle condizioni di manifestare il nostro dissenso. Di certezze non n’abbiamo ancora avute; le ipotesi, invece, sono state parecchie. I politici, che non hanno più gioco in campo, preferiscono stare in “panchina”. Forse, tuttavia, una seria riflessione proprio non ci sembra stonata. I problemi d’Italia, che sono parecchi, interessano anche i Connazionali all’estero. Pure se l’informazione a loro diretta resta incompleta o, peggio, di difficoltosa comprensione. Fare delle previsioni economiche su un fronte politico che non c’è più è sempre più difficile che non farle. Soprattutto quando le questioni interessano anche chi vive fuori del Bel Paese ed è italiano magari di terza o quarta Generazione. Il Presidente del Consiglio, che di Finanze se ne intende, ha ripetuto che, per tentare d’uscire dalla crisi economica, non si potranno evitare “sacrifici”per tutti. Almeno sulla carta, non ci saranno sconti per nessuno; ma la fase “due”della sua manovra non c’è chiara. Del resto, chi impone il concetto della rinuncia, non è un Esecutivo nella sua pienezza operativa. E’”tecnico; ” in pratica una struttura asettica, con evidenti segnali d’insofferenza da parte di un Parlamento che ha poco da proporre e meno da disporre. L’economia nazionale, la cui natura resta complessa e fragile, è nelle mani di un Governo non voluto dal Popolo che, però, si è assunto una responsabilità più che storica. Per il passato della Repubblica, non era mai accaduto. Certo è che ciò che non è capitato in anni di Governi politici, si è verificato nel giro di giorni e la Manovra Economica è stata tanto repentina da lasciarci esterrefatti. Com’esterrefatti sono, e saranno, i nostri bilanci famigliari ed il nostro futuro prossimo d’italiani. Del resto, anche i Connazionali oltre confine, non poco disorientati, guardano a Roma con maggior sospetto che per il passato. I provvedimenti del Prof. Monti dovranno trovare altri punti di convergenza. Le forze sociali, sempre divise, potranno svolgere un ruolo limitato; anche nella futura concertazione. A fronti di tempi “duri”, non si possono offrire scelte “morbide”. Vivere, in quest’alba del 2012, è già più arduo che per lo scorso dicembre. I rincari, sempre meno “striscianti”, si sono fatti subito sentire. Soprattutto tra i titolari di redditi medio/bassi. Vale a dire per la maggioranza degli italiani. Nessuna agevolazione per i trattamenti pensionistici “minimi”. Nessun calmiere per i generi di prima necessità. Per il corrente anno, ma è solo un’ipotesi rosea, si prevedono aumenti di almeno 1000 Euro sul fronte famigliare ( 4 persone). Realtà ancora più drammatica quando è solo uno stipendio ad entrare in casa e l’alloggio, magari, è in locazione. Per tirare avanti, ci stiamo ipotecando il futuro. Le nuove generazioni vivranno in un Paese tanto diverso da quello dei genitori che, per molti, sarà irriconoscibile. Tuttavia, anche nella miseria, c’è chi è meno sfortunato. Le pensioni di vecchiaia, già maturate, non si dovrebbero toccare. Per il futuro, lo Stato Sociale potrebbe essere molto meno disponibile ad elargire vitalizi. La controparte politica non c’è e chi ci guida non teme mozioni di “sfiducia”. Infatti, se dovesse capitare, sì “sfiducerebbe” il Paese. Così questo Governo monco procederà per la sua strada. I ricchi non spariranno, ben per loro, ma aumenterà il numero dei poveri e ciò ci preoccupa non poco. Forse, solo nella tarda primavera del 2013 si potrà guardare oltre. Ci aspettano mesi nei quali si dovrà fare i conti anche sul “dopo”; sempre avendo presente quello che è stato il “prima.”. Intanto, la “normalità” è tutta da venire.

Giorgio Brignola

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