Operaie Omsa: che cosa riserbia il futuro? (PIN)
Per chi non sapesse cosa è avvenuto a un considerevole numero di operaie dell’Omsa, ecco il titolo di un video di RaiNews24: La protesta delle calze, la Omsa chiude i battenti [Omsa (marchio della Golden Lady) ha deciso di chiudere lo stabilimento di FaenzaSono già migliaia le adesioni alla pagina Facebook 'Boicotta Omsa' che invita a non acquistare i prodotti della più famosa industria delle calze italiane.]
Cito anche un mio post vecchio di un anno ma aggiornato fino all’altro giorno: Eppur che siamo donne le gambe Omsa ce le mandano in Serbia (Fase 2 Licenziamento Collettivo) dove peraltro avevo ricevuto su Reset Italia, un commento che mi ha colpita di Fiore: “…Ma non si capisce o non si vuole mostrare che sta nascendo nel mondo un “proletariato globale” nel quale il DIRITTO del mercato ha la priorità sul DIRITTO alla VITA e all’esistenza di donne e uomini…sempre più ostentatamente.Crescita? QUESTI sono gli effetti della crescita vista da lorsignori della guerra…una guerra che anche senza armi miete vittime, e conduce all’asservimento, pena la miseria più nera.Incrociare le lotte è l’unica possibile salvezza: vedere nel singolo caso la trama dell’intero piano di riduzione in schiavitù, prodotto dal capitalismo più lercio e criminale…Altrove, bambini che producono per questo occidente decadente e monopolizzato dal dominio. La farsa delle delle false opposizioni sta cedendo il posto al cinismo più lurido, ormai il sistema mostra il suo vero volto. Oggi l’OMSA, domani la FIAT, dopodomani qualche altra azienda.Paradossale, ma un futuro DEGNO sarebbe POSSIBILE solo sottraendosi a questo sistema di cose: battersi per lo stipendio fine a se stesso dimostra di alimentarlo. In Spagna collettivizzarono le idealità prima ancora della produzione. Qui ed ora collettivizziamo la disperazione. Siamo CERTAMENTE con le operaie dell’OMSA, ma MAI con il RICATTO del PADRONE di sempre.”
Ho scelto oggi la foto, tratta dal sito di Claudio Sala, più che eloquente , dove aggiunge OMSA, DOPO I LICENZIAMENTI IL BOICOTTAGGIO SUL WEB.
Cito anche un mio post vecchio di un anno ma aggiornato fino all’altro giorno: Eppur che siamo donne le gambe Omsa ce le mandano in Serbia (Fase 2 Licenziamento Collettivo) dove peraltro avevo ricevuto su Reset Italia, un commento che mi ha colpita di Fiore: “…Ma non si capisce o non si vuole mostrare che sta nascendo nel mondo un “proletariato globale” nel quale il DIRITTO del mercato ha la priorità sul DIRITTO alla VITA e all’esistenza di donne e uomini…sempre più ostentatamente.Crescita? QUESTI sono gli effetti della crescita vista da lorsignori della guerra…una guerra che anche senza armi miete vittime, e conduce all’asservimento, pena la miseria più nera.Incrociare le lotte è l’unica possibile salvezza: vedere nel singolo caso la trama dell’intero piano di riduzione in schiavitù, prodotto dal capitalismo più lercio e criminale…Altrove, bambini che producono per questo occidente decadente e monopolizzato dal dominio. La farsa delle delle false opposizioni sta cedendo il posto al cinismo più lurido, ormai il sistema mostra il suo vero volto. Oggi l’OMSA, domani la FIAT, dopodomani qualche altra azienda.Paradossale, ma un futuro DEGNO sarebbe POSSIBILE solo sottraendosi a questo sistema di cose: battersi per lo stipendio fine a se stesso dimostra di alimentarlo. In Spagna collettivizzarono le idealità prima ancora della produzione. Qui ed ora collettivizziamo la disperazione. Siamo CERTAMENTE con le operaie dell’OMSA, ma MAI con il RICATTO del PADRONE di sempre.”
Ho scelto oggi la foto, tratta dal sito di Claudio Sala, più che eloquente , dove aggiunge OMSA, DOPO I LICENZIAMENTI IL BOICOTTAGGIO SUL WEB.
Ci troviamo di fronte a OMSA LICENZIAMENTO COLLETTIVO: “Licenziamento collettivo. È questo il destino che attende le 240 lavoratrici della Omsa, storico marchio delle calze italiane che al termine della cassa integrazione, perderanno tutte il lavoro. Oggi l’annuncio ufficiale dell’azienda che sposterà la produzione in Serbia. “
Buona Epifania che tutte le Feste porta via e figuriamoci da qui a Pasqua cosa altro ci porteranno…via…
Doriana Goracci
Doriana Goracci
(AGI) – Bologna, 3 gen. – Dopo i presidi organizzati in passato presso i punti vendita in varie città italiane, nascono anche sul web le iniziative di boicottaggio dei prodotti della Golden Lady (azienda specializzata nella produzione di calze femminili) a seguito della decisione del gruppo di procedere al licenziamento di 239 dipendenti della Omsa di Faenza al termine della cassa integrazione straordinaria nel marzo prossimo.
Iniziative (da social network ai blog) nate come provocazione e protesta contro l’intenzione di trasferire “la produzione dall’Italia – si legge in uno di questi siti – per sfruttare manodopera a basso costo”. Sono migliaia le adesioni alla mobilitazione internet che sollecita i cittadini a non comprare i prodotti Omsa e Golden lady invitando, allo stesso tempo, amici e parenti a fare altrettanto. Preoccupati i sindacati per la sorte delle operaie faentine.
“Speriamo – ha detto Renzo Fabbri della Filctem Cgil – che il sito di Faenza venga riconvertito e che ci sia un gruppo di imprenditori interessato all’acquisto. La nostra intenzione e’ quella di ricollocare il maggior numero di lavoratori e lavoratrici possibile. I licenziamenti non sono il frutto di una crisi aziendale ma dell’intenzione di delocalizzare la produzione in Serbia dove la manodopera costa meno”.
Il rappresentante della Filctem Cgil ha poi spiegato che giovedi’ prossimo e’ in programma un incontro tra istituzioni (Regione, Provincia e Comune), eventuali compratori e la proprieta’. Seguira’, il 12 gennaio, un’altra riunione al ministero anche con le parti sociali. (AGI, 3 gen 2012)
Iniziative (da social network ai blog) nate come provocazione e protesta contro l’intenzione di trasferire “la produzione dall’Italia – si legge in uno di questi siti – per sfruttare manodopera a basso costo”. Sono migliaia le adesioni alla mobilitazione internet che sollecita i cittadini a non comprare i prodotti Omsa e Golden lady invitando, allo stesso tempo, amici e parenti a fare altrettanto. Preoccupati i sindacati per la sorte delle operaie faentine.
“Speriamo – ha detto Renzo Fabbri della Filctem Cgil – che il sito di Faenza venga riconvertito e che ci sia un gruppo di imprenditori interessato all’acquisto. La nostra intenzione e’ quella di ricollocare il maggior numero di lavoratori e lavoratrici possibile. I licenziamenti non sono il frutto di una crisi aziendale ma dell’intenzione di delocalizzare la produzione in Serbia dove la manodopera costa meno”.
Il rappresentante della Filctem Cgil ha poi spiegato che giovedi’ prossimo e’ in programma un incontro tra istituzioni (Regione, Provincia e Comune), eventuali compratori e la proprieta’. Seguira’, il 12 gennaio, un’altra riunione al ministero anche con le parti sociali. (AGI, 3 gen 2012)
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