VOTO DALL’ESTERO: IL PARERE AGLI INTERESSATI

Pur se non interessa il Governo Monti, la legge sul voto, politico e referendario, degli Italiani all’estero ha dimostrato segni di vetustà. La Normativa n. 459/2001, voluta dal defunto On. Tremaglia, è nata da un compromesso politico che si è basato sull’enunciato “meglio così, che niente”. A dieci anni dal varo della legge in questione, ci si è resi conto che la stessa ha poco di pratico e mal s’inserisce nelle strategie informatiche di questo XXI Secolo. Bisognerebbe aggiornarla. Ma come? Sino ad ora, le poche proposte sono state presentate a livello parlamentare, anche da eletti nella Circoscrizione Estero, senza utili riscontri. Ora ci chiediamo come gli italiani nel mondo vorrebbero essere rappresentati, a livello legislativo, in Patria. La Legge 459/2001 è stata votata da un Parlamento impreparato a modifiche epocali su un diritto che era stato, da troppo tempo, disatteso; ora potrebbero essere i Connazionali oltre frontiera a proporre soluzioni alternative all’attuale meccanismo che, per la verità, non ha mai funzionato come avrebbe dovuto. Dato che in Patria l’Esecutivo è “tecnico”, ogni proposta potrebbe trovare una sua sistemazione tra gli emendamenti, anche di natura costituzionale, che potranno essere affrontati, quando si tornerà, economia piacendo, ad un Esecutivo politico sostenuto da una Maggioranza parlamentare degna di tale nome. In questi anni di personale impegno al servizio degli italiani nel mondo, ci siamo resi conto che è assai più facile criticare che proporre. Adesso, si potrebbe procedere diversamente. I circa, quattro milioni di potenziali elettori d’oltre penisola potrebbero avere, almeno alcuni, proposte da fare, strategie da presentare e posizioni da contestare. A parer nostro, il momento è maturo per uno scambio d’idee che potrebbero, se ben selezionate, portare alla formulazione di un Disegno di Legge da presentare, a tempo e luogo, nelle opportune Commissioni Parlamentari. In buona sintesi, gli interessati dovrebbero esprimersi sull’utilità della Circoscrizione Estero, sulla ripartizione delle aree geografiche, sul voto per corrispondenza o sull’opportunità di poter votare, magari anche elettronicamente, nelle Circoscrizioni nazionali d’originale appartenenza e per candidati ovunque residenti. Quindi, non solo per quelli abitanti all’estero. L’ipotesi di poter votare altresì per candidati residenti nel Bel Paese non è proprio così pellegrina come, ancor ora, si tenta di far credere. Se si varasse l’attesa riforma del nostro sistema elettorale, gli italiani nel mondo non dovrebbero essere tagliati fuori a priori. Le proposte innovative, magari presentate in prima istanza, dagli “Onorevoli” usciti dal cilindro della Circoscrizione Estero, potrebbero essere motivo di dibattito dentro e fuori i confini nazionali. Sfatata la diceria che chi vive oltre frontiera non ha più interesse ai problemi della Patria lontana, lasciamo a tutti gli aventi diritto di voto l’opportunità di scrivere la loro. Analizzando, poi, gli spunti interessanti ed idonei per essere fusi in un’esposizione più articolata da presentare a livello politico. Riteniamo che i Connazionali nel mondo abbiano sviluppato adeguata maturità per esprimere un loro pensiero, per rendere pubbliche le loro aspirazioni. Mentre lo auspichiamo, attendiamo segnali di riscontro.

Giorgio Brignola

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