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Passaparola – Milano capitale della ‘ndrangheta di Gianni Barbacetto

Laggiù al Nord c'è omertà, collusione con le organizzazioni criminali. Molti politici e industriali vanno a braccetto con la 'ndrangheta. E' peggio che al Sud dove si sono formati da tempo gli anticorpi al contropotere mafioso. Un siciliano o un calabrese che arrivi a Milano non troverebbe più la nebbia (“che non si vede“) come Totò e Peppino, ma pizzo e lupara bianca..” Beppe Grillo

Il Passaparola di Gianni Barbacetto, giornalista e scrittore

Una politica più pulita (espandi | comprimi)
Cari amici del blog di Beppe Grillo un saluto a tutti, sono Gianni Barbacetto, giornalista de Il Fatto Quotidiano, il 2012 sarà un anno importante per le scelte che potranno essere fatte o non essere fatte nel contrasto alla criminalità organizzata che si è ormai insediata in maniera significativa a Milano e nelle regioni del nord. Sarà un anno cruciale per capire dove andremo a finire, ormai non possiamo più parlare soltanto di infiltrazione, come si faceva un tempo, della mafia al nord. C’è un sistema organizzato politico-imprenditoriale-criminale che si è insediato anche nelle regioni del nord e che ha fatto di Milano una delle capitali della ’ndrangheta. Bene, quest’anno dovremo decidere cosa fare: o lasciare che le cose vadano come sono andate negli ultimi anni e regalare alle organizzazioni mafiose sempre maggiori fette di potere politico e di potere imprenditoriale al nord, oppure se riusciremo a fare l’inversione di tendenza necessaria per bloccare questa occupazione criminale del nord. Ormai la ’ndrangheta ha, qui a Milano e in Lombardia, i suoi uomini politici, i suoi assessori, consiglieri, comunali, provinciali, regionali. Ormai qui alcuni settori del business, per esempio parti dell’edilizia, il movimento terra, il mondo della notte, i locali notturni, le discoteche, i ristoranti, i bar, sono colonizzati, occupati in maniera molto pesante dalle organizzazioni mafiose. Bene, ci sono dei segnali positivi, di rottura dell’accettazione di questa situazione. Fino a ieri i politici, i sindaci, quelli che fanno la politica e che comandano e dirigono le scelte politiche qui al nord, soprattutto a Milano, negavano il problema: “La mafia a Milano non c’è”. Oggi c’è un’amministrazione nuova che ha dato il via a una Commissione antimafia fatta da 5 esperti che potranno fare un lavoro importante, ormai il problema non si nega più, è un primo passo, bisogna fare quest’anno tutti gli altri passi, cioè prendere atto che c’è quest'occupazione mafiosa e che si può contrastarla cercando di pulire la politica, bisogna che i partiti buttino fuori dalle loro file coloro che sono compromessi con i gruppi criminali, prima che arrivino i giudici, senza l’evidenza di fatti che siano anche reato. Ci sono comportamenti che possono non essere reato, ma se li fa un politico, parlare al telefono o incontrare un boss della ’ndrangheta, (l’hanno fatto decine di politici qui a Milano in Lombardia) è un comportamento politicamente inaccettabile. Questi signori se ne devono andare! Perché o sanno con chi hanno parlato, chi hanno incontrato, e allora sono complici della ’ndrangheta, oppure non se ne sono accorti e allora se ne devono andare lo stesso perché sono dei cattivi politici.
Bisogna che ci sia un moto d’orgoglio del mondo imprenditoriale, basta accettare, stare zitti, pensare che è più comodo fare affari con le organizzazioni criminali chiudendo un occhio o magari due, facendo finta di non sapere che gli interlocutori con cui fai affari sono uomini delle cosche, basta fare finta di nulla, e dire invece: “Finiamola di dare spazio, di prestare volti puliti e nomi puliti alle organizzazioni criminali”. Bisogna che le associazioni imprenditoriali, che hanno già cominciato a capire che il fenomeno è grave, prendano come esempio quello che ha fatto Confindustria in Sicilia, dove vengono sbattuti fuori dalle fila di Confindustria gli imprenditori che non denunciano le estorsioni, che accettano di pagare il pizzo. Sono vessati, sì, ma nel momento in cui accettano la vessazione e non denunciano, diventano complici, qui al nord siamo più indietro che in Sicilia.

Il senso civico dimenticato (espandi | comprimi)
Il 2012 sarà l’anno cruciale per andare in questa direzione, vediamo se ci riusciremo. Questi anni di crisi sono gli anni più pericolosi, creano situazioni più gravi e più a rischio nei confronti dell’esposizione alla criminalità organizzata. Oggi per un imprenditore è più difficile avere l’accesso al credito

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