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Il lavoro è l’unica strada per l’Italia

Il presidente del consiglio Monti ha tutte le ragioni per augurarsi, come ha fatto rispondendo alle preoccupazioni di tutte le forze sindacali, che non ci siano tensioni e conflitti sociali. E' quello che speriamo anche noi.

Però le tensioni sociali non si possono eliminare con gli scongiuri. Ci vogliono i fatti concreti e quelli, per il momento, vanno nella direzione opposta: rendono inevitabile l'aumento e non lo scioglimento delle tensioni sociali.

La manovra del governo non è solo iniqua, come noi dell'Italia dei Valori denunciamo sin dal primo momento, è anche recessiva. I dati parlano da soli: l'anno prossimo ogni famiglia disporrà di oltre 2mila euro in meno. Per la stragrande maggioranza degli italiani è una cifra enorme, che si rifletterà senza il minimo dubbio sui consumi.

Col nuovo anno sono cominciati i licenziamenti. La Omsa di Faenza ha inaugurato il 2012 mettendo alla porta con un fax 293 operaie. Non è un caso isolato. I lavoratori a rischio sono 300mila, 40mila dei quali rischiano la disoccupazione in tempi brevissimi.

Pensare che in una situazione simile gli italiani possano spendere e rilanciare la crescita è da matti.

Il mancato rinnovo dei contratti ha congelato i salari e pensioni. Questi, di conseguenza, non vengono da quel dì adeguati all'inflazione, che ormai ha raggiunto livelli importanti. Così il già magro potere d'acquisto di salari e pensioni diventa scheletrico. Questa è la realtà che provoca tensioni sociali, una realtà fatta di recessione e disoccupazione. Pensare di affrontarla con trovate come il contratto unico o facilitando i licenziamenti con l'eliminazione dell'art. 18 serve solo a darsi ancora di più la zappa sui piedi.

Servono misure antirecessive e per l'occupazione. Bisogna detassare il lavoro, premiare e agevolare le industrie che, a differenza della Fiat, intendono restare e creare lavoro in Italia. Non sarà possibile senza una sterzata davvero epocale nella nostra politica economica, una sterzata che permetta di prendere i soldi da chi ne ha tanti e li nasconde, invece che da chi se li suda e ne ha pochissimi: cioè intervenendo con le sirene spiegate e con l'accetta al posto del fioretto sulla corruzione e sull'evasione fiscale.

A Mario Monti vogliamo dire, in tutta e sincera amicizia, che se vuole evitare tensioni sociali non ha di fronte a sé altra strada che questa.

Antonio Di Pietro
Maurizio Zipponi

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