Stato che pretende, stato che tassa, stato che chiede, stato che intasca, stato che non restituisce mai. Niente di più sbagliato. Il 2011 sarà ricordato come l’anno più brutto per la crisi economica italiana, una crisi dal sapore doppio se si considera che ai problemi economico- finanziario si sono aggiunti anche quelli politici. La classe politica italiano ha perso di credibilità; i cittadini non sanno più di chi fidarsi e l’attuale governo tecnico, seppur apprezzato per le personalità altamente qualificate che vi siedono, ha già subito qualche critica di troppo per una manovra fatta maggiormente d’imposte. All’italiano la parola tasse ha fatto venire sempre i capelli dritti e rossi come il fuoco, ma in questo momento storico in cui è difficile essere positivi e parlare d’iniziative costruttive e soddisfacenti per il nostro futuro, ecco una bella notizia giungere dall’Agenzia delle Entrate: circa 900 milioni di euro stanno per essere restituiti. Famiglie, imprese, piccoli imprenditori, artigiani, contribuenti con basso reddito finalmente potranno riavere indietro un bel gruzzolo di soldi. Irpef, Ires e canone Rai pagato da ultrasettantacinquenni, esenti per norma di legge, stanno per tornare nelle casse dei legittimi proprietari. Volendo fare un calcolo totale, abbiamo in tutto 1,7 miliardi di euro che il nostro Stato ha dato indietro. Un 2012 difficile per certi versi, ma anche fruttifero. Anche il 2011, quanto a restituzioni, non è stato da meno: le imprese, circa 41000, hanno riavuto indietro dei soldi di troppo versati all’erario fiscale, per quanto riguarda le imposte minori, dal registro alle concessioni per passare alle governative, sono tornati indietro bei soldoni: 200 milioni di euro corrispondenti a circa 26000 rimborsi. La vecchia diceria dello “Stato miglior creditore e peggior debitore” in assoluto, sembra ormai finita nell’albo dei ricordi e delle vecchie leggende metropolitane. Se questi sono i presupposti, non sono solo lacrime e sangue, il 2012 sta per portarci anche qualche sorriso.
Marco Chinicò