Il 2012 è iniziato con tutte quelle premesse in negativo che avevamo evidenziato nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Il 2011 ha rappresentato 365 giorni ragguardevoli che hanno consentito, almeno, di constatare di trovarci in “braghe di tela” e con un quadro politico deprecato e deprecabile. Secondo il Prof. Monti, questo dovrebbe essere l’anno delle scelte. Della “fase due”. Dei tentativi per rimettere in moto il meccanismo dell’occupazione. Insomma, la ciliegina su una torta preparata con la ricetta della recessione, dei sacrifici e dei buoni propositi ancora tutti da verificare. Come all’inizio d’ogni anno, si esternano buoni propositi; poi la realtà li ridimensiona in funzioni di fatti e situazioni che, apparentemente, sembrano sfuggire alla buona volontà inizialmente manifestata. Sarà. Di fatto, dopo una consistente contrazione delle spese “festaiole”, ci troviamo più poveri e più demotivati. Perché i mali che hanno colpito il Bel Paese sono ben noti, ma le cure suggerite potrebbero essere inadeguate per una terapia definitiva; vale a dire risolutiva. I tecnici, per nostra fortuna, non praticando il “politichese”, sono più comprensibili, forse più attendibili, ma certamente neppure loro sono infallibili. Del resto, ogni eventuale errore ricadrebbe sul Popolo italiano che, nella generalità, non ha mai vissuto i tempi delle famose “vacche grasse”. Quando in Italia un litro di latte costa come un litro di benzina, ogni segno di, pur cauto, ottimismo perde ragion d’essere. Nel momento in cui una famiglia su quattro vive con un reddito lordo inferiore ad Euro 24000 annui (lordi), c’è poco da stare allegri; anche perché altre sono costrette a sopravvivere con molto meno del “prestigioso” reddito citato. Per attribuire un colpo illusorio al volano dell’economia, si paga a rate. Gli italiani hanno ipotecato anni per comprare un televisore, un’autovettura, qualche elettrodomestico e l’indispensabile cellulare d’alta tecnologia. Pochi euro il mese, il prezzo di un caffè il giorno, e in certo numero di anni il prestito è saldato. Si arriva, così, alla meta con un oggetto vecchio, pagato con euro rivalutati dagli immancabili interessi che ogni finanziaria pretende. Questo è il quadro dell’Italia 2012 e non è che l’inizio. Pur con tutta la fantasia possibile, non osiamo scrivere ciò che riteniamo succederà nei prossimi mesi. Meglio che siano i fatti concreti ad evidenziarcelo. Intanto, si tira a campare. La lamentela, lascia il posto a qualche imprecazione, ma, poi, tutto torna in quella che in Italia è la “norma”. Dopo il discorso alla Nazione da parte del Capo dello Stato, ci sono dodici mesi per verificare le risposte del Paese agli auspici della nostra massima Carica dello Stato. Ora, gioco forza, c’è tutto da ridimensionare, da ridurre poi, se del caso, da eliminare. La politica del “meno”, ha avuto la meglio su quella del “più” e non ci sono Santi, anche i politici, nazionali o locali, avrebbero adottato i provvedimenti dei tecnici. Ora la convivenza tra le due anime del Paese dovrà essere messa a confronto con imminenti consultazioni amministrative ed un probabile referendum abrogativo sull’attuale legge elettorale. Per trarre delle prime conclusioni sull’anno appena iniziato, si dovrà attendere la prossima primavera. Un tempo necessario per verificare come reagiranno i mercati interni ed internazionali alla situazione Italia. Se si riusciranno ad evitare elezioni politiche anticipate, forse il Prof. Monti potrà trovare altre vie per ridare fiducia ad un Paese che l’ha perduta. Come sempre, saremo vigili osservatori degli eventi di casa nostra con la convinzione che solo la coerenza con la realtà potrà avere buon gioco. Situazione improponibile, invece, ai tempi dei Governi politici. Buon 2012 a tutti!
Giorgio Brignola