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Riforma forense/ Il governo si impegna ad appoggiare il progetto alla Camera

Attuare la riforma della professione forense con legge, appoggiando la proposta ferma alla Camera dei deputati. Questo per “ garantire il conseguimento degli obiettivi economici rivolti alla stabilità del mercato e alla ripresa economica e salvaguardare al contempo i principi, anche costituzionalmente garantiti, sui quali si fonda la professione forense e l'antica tradizione giuridica nazionale preservandone il decoro, l'autonomia e l'indipendenza”.
E’ questo l’impegno assunto dal Governo, che ha accettato un ordine del giorno (n. 9/4829-A/178, presentato dall’onorevole Frassinetti) in occasione della votazione alla camera dei deputati venerdì 16 dicembre del decreto Salva-Italia.
L’ordine del giorno rileva quello che l’avvocatura sostiene da quando è stata approvata la legge di stabilità e cioé che è di dubbia legittimità costituzionale l'aver delegificato le norme in materia di ordinamenti professionali, compresi quelli che coinvolgono i diritti dei cittadini; stupisce, peraltro, che il Governo, accettando l’ordine del giorno, non faccia altro che riconoscere questa evidente mancanza e pecca giuridica, senza porvi immediato rimedio.
Il Consiglio nazionale forense chiederà al Governo ovviamente il rispetto dell’impegno assunto in Parlamento.
In questo difficile passaggio, confortano le parole del presidente della Camera Gianfranco Fini, che nella cerimonia per la consegna delle toghe d’oro a Napoli,avvenuta venerdì scorso, ha sottolineato “la centralità della salvaguardia dell' indipendenza dell' avvocato anche attraverso la difesa di strumenti di autonomia quali lo stesso modello ordinistico. Mi sembra auspicabile – ha aggiunto – che al momento di intervenire sulle condizioni di esercizio dell' avvocatura si proceda con la massima consapevolezza delle funzione sociale e costituzionale della professione forense” Il presidente Fini ha suggerito a Governo e Parlamento un metodo da applicare alla discussione sulla professione forense, evidenziando che “lo stretto legame esistente tra efficienza del 'sistema giustizia' e sviluppo economico debba essere affrontato senza chiusure pregiudiziali da parte dei vari attori istituzionali, nell' ottica di perseguire un equilibrio ragionevole tra contenimento dei costi e celerità dei procedimenti, tenendo nella dovuta considerazioni gli apporti e le riflessione della classe forense”.

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