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REPUBBLICA DIVERSA

A conti fatti, la Repubblica Italiana ha 63 anni ed è, col tempo, diventata una matura signora che, ogni tanto, avrebbe bisogno di un qualche”restauro”. Più che normale in una Democrazia Parlamentare com’è la nostra. Per tutto il secolo scorso, i mutamenti ci sono stati e neppure pochi. Non a caso, la Prima Repubblica è tramontata per lasciare il posto a questa Seconda. Nel frattempo, l’evoluzione sociale ci ha abituato a vivere una differente realtà maturata nel tempo e con l’evolversi della situazione politica nel Paese. Sino al crollo di un sistema. Il nuovo secolo ha fatto, però, registrare mutamenti imprevedibili ed imprevisti. Dopo l’ultimo Esecutivo Berlusconi, l’Italia non sarà più la stessa. Non migliore, non peggiore; ma differente. Tutti i partiti, vecchi e nuovi, si sono messi al vento e questa Seconda Repubblica comincia a farci rimpiangere la Prima. In più di mezzo secolo di vita, questa nostra Italia ne ha subito di tutto. Il tramonto di certi politici e stato salutato dall’alba di nuovi volti ma, forse, con progetti non dissimili da quelli che c’eravamo lasciati alle spalle. Tra l’ottimismo ed il pessimismo, si è inserita una crisi economica la cui portata ci sembra ancora tutta da quantificare. Per ora, sono sempre più noti i sacrifici che dovremo sobbarcarci; poi si vedrà. Dato che la profezia non è stata mai buona scienza, non osiamo neppure ipotizzare il dopo Monti che, in ogni caso, ci sarà. Il quando ed il come è nelle mani del Popolo italiano. Il realismo nazionale non ci consente, però, ottimistiche proiezioni per il futuro del Paese. La recessione è una realtà con la quale abbiamo difficoltà a convivere. Anche tenuto conto che essere costretti alle rinunce non significa averle recepite di buon grado. Il primo decennio del nuovo Millennio non ha dato frutti novelli e l’inizio di questo secondo ha minato una situazione economica che lascerà, in ogni caso, un segno indelebile sul nostro tenore di vita. La voglia di riformare le norme dello Stato che, poi, non si sono concretizzate, ha contribuito a modificare il Bel Paese. Un cambio che riteniamo irreversibile. Saremo, forse, diventati più europei ma, sicuramente, meno italiani. Meno coinvolti dalla nostra cultura, meno consci di certi limiti che l’Esecutivo Monti ha riportato alla ribalta. Ovviamente, per necessità. Se trasformazioni in positivo ci saranno, non le potremo verificare se non col varo di una nuova Legislatura. Certo è che i nostri dubbi restano ancora tutti. Quando i politici torneranno a praticare il loro mestiere, l’attuale esperienza non dovrà essere scordata; anche per evitare che si ripeta. Se oggi ci troviamo più “poveri” di ieri, non rimane che guardarci indietro per poter andare avanti. I cambiamenti politici non nascono da soli; le circostanze, però, possono favorirli. Circostanze che sorgono da eventi capaci di dare una svolta al Sistema. La storia della Repubblica si è evoluta anche con gli errori che fanno parte della Democrazia. Come il passato, pure il futuro dipenderà da chi sarà chiamato a rappresentarci. Dopo i mutamenti, che non mancheranno, vivremo in un’Italia differente. Ma non è detto che sarà migliore.

Giorgio Brignola

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