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REFERENDUM SULLA LEGGE ELETTORALE. NESSUNA NOVITA’PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO

Più di 1.200.000 firme sono state raccolte per l’abrogazione dell’attuale normativa elettorale (Legge Calderoli). Ora i documenti sono al vaglio dell’Ufficio Centrale per il Referendum presso la Corte di Cassazione. Verificata la legittimità formale, il provvedimento passerà alla Corte Costituzionale che dovrà, poi, pronunciarsi sull’ammissibilità del referendum abrogativo. In buona sintesi, salve possibilità di modifica, il referendum in questione sarà articolato in due comparti. L’abrogazione integrale della Legge Calderoni (Porcellum) che, nel 2005, ha modificato la disciplina elettorale per la Camera ed il Senato. Se dovessero prevalere i “sì”, l’attuale legge elettorale sarebbe eliminata e si tornerebbe a quella precedente ( Legge 276/1993 e successive integrazioni, detta Mattarellum). Nessun emendamento è previsto per la Circoscrizione Elettorale Estero che resterebbe strutturata come previsto dalla Legge 459/2001. I promotori del Referendum si sono ben guardati dall’inserire (pur se la consultazione si terrebbe anche oltre frontiera), mutamenti al meccanismo elettivo dei 12 Deputati e 6 Senatori in rappresentanza dei milioni d’italiani nel mondo. Ritenevamo che una posizione referendaria per l’integrale modifica della Legge “Tremaglia” sarebbe stata opportuna e percorribile. Invece, sono state presentate in Parlamento varie proposte tendenti a migliorare gli aspetti tecnici della Legge 459/2001. Nulla di più. Per i Connazionali oltre frontiera, il diritto di voto resta, invece, un dispositivo superato e, da un punto di vista pratico, politicamente indifendibile. Se si dovesse tornare alle urne entro la prossima primavera, la volontà referendaria, indipendentemente dagli esiti, resterebbe, però, nelle Commissioni Parlamentari ancora per lungo tempo. Il ritorno del “Mattarellum” non potrebbe essere applicato a tutto vantaggio del “Porcellum” che il movimento referendario, invece, vorrebbe eliminare prima del varo della XVII Legislatura. Povera Italia!

Giorgio Brignola

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