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Il ‘primo’ Monti fa piangere gli italiani

Oltre diecimila voti. Tanti sono stati, in meno di 24 ore, le persone che hanno risposto al nostro sondaggio: “La manovra di Monti è da votare? Si o No”.
Questa mole imponente di numeri, in un lasso di tempo così breve, assume inevitabilmente anche una certa attendibilità statistica su quello che è l'umore degli italiani nei confronti dell'operato del nuovo governo.

Un successo che la dice lunga sull'interesse verso la politica e, in particolare, sulle misure prese dal 'professore' per far fronte alla crisi internazionale che ha investito così gravemente il nostro Paese. Provvedimenti, è il caso di dirlo, calati di peso sulla pelle dei cittadini e che andranno a influenzare negativamente la loro vita futura.

Non a caso la maggioranza di chi ha risposto al sondaggio li giudica negativamente. Al momento ben il 61,04% pensa che la manovra “non é equa”; poco più del 24% è rassegnato al fatto che “non ci sono alternative”; il 13% circa spera invece che si possa migliorare in Parlamento. Il 2% infine esprime un giudizio tranchant: non va votata perché “é a scatola chiusa”.

Risultati che dimostrano come l'entusiasmo con cui è stato accolto Monti si stia velocemente sgonfiando sotto i colpi di una manovra giudicata troppo sbilanciata su provvedimenti che vanno a colpire le fasce più deboli della popolazione, lasciando sostanzialmente al riparo i grandi capitali e i privilegi dei politici.

E' di tutta evidenza che gli italiani non hanno gradito le misure contro le pensioni, l'aumento dell'Iva, la reintroduzione dell'Ici anche sulla prima casa e anche per i redditi più bassi, l'aumento delle tasse sui carburanti. Tutte norme che andranno ad incidere sul costo della vita e a ridurre ulteriormente il potere d'acquisto delle famiglie con reddito medio e medio/basso; deprimendo ancora i consumi e tagliando le gambe alla ripresa economica e, quindi, all'occupazione.

Ma l'interesse 'ragionato' dei cittadini verso la politica è dimostrato anche dall'exploit del nostro sito (25.000 visite uniche solo nella giornata di ieri, lunedì 5 dicembre) e dalle opinioni che lasciano a commento di articoli, comunicati, editoriali pubblicati nelle varie sezioni. Un atteggiamento tutt'altro che passivo che dimostra il sempre maggiore interesse degli italiani verso le iniziative di chi li rappresenta in Parlamento. Un fenomeno da incoraggiare e da tenere in debita considerazione.

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