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NO ai tagli alla scuola italiana all’estero

Su invito delle Fondazioni ECAP e FOPRAS, enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana
nella circoscrizione consolare di Basilea, sabato 3 dicembre ha avuto luogo alla Casa d’Italia a
Berna un’assemblea pubblica. Questa iniziativa è stata realizzata nell’ambito della Settimana
di mobilitazione promossa dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) per
richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica locale e delle istituzioni italiane sugli effetti
prodotti dai tagli lineari alle politiche rivolte agli italiani nel mondo. L’assemblea ha dibattuto
e discusso nello specifico l’impatto di queste persistenti e drastiche scelte sui corsi di lingua e
cultura italiana in Svizzera. All’assemblea hanno partecipato numerosi rappresentanti dei
comitati dei genitori, insegnanti, dirigenti scolastici, membri del COMITES e del CGIE,
dirigenti di associazioni, enti gestori, sindacati scuola e i parlamentari della circoscrizione
estera, Sen. Claudio Micheloni, On. Laura Garavini, On. Gianni Farina e On. Franco Narducci
Ne è emersa una triste e inconfutabile realtà: il futuro della lingua e cultura italiana in
Svizzera, nonostante la pur giustificata e qualificante nomea che la mette sul piedistallo delle
lingue nazionali, senza un serbatoio culturale e linguistico alimentato da oltre mezzo milione
di cittadini di lingua italiana e dai loro discendenti, rischia di venir irrimediabilmente
compromesso. Non c’è lingua che tenga senza i parlanti!
La Legge di stabilità, recentemente approvata dal Parlamento italiano, rafforza questo
impassibile giudizio perché prevede ulteriori tagli al sistema scolastico all’estero. Nel 2012 i
contributi agli enti gestori, già ridotti del 47% nel triennio 2009-2011, subiranno una
decurtazione di oltre il 50%, azzerando pressoché i contributi dello Stato. Anche il
contingente dei docenti di ruolo inviati direttamente dal Ministero degli Affari Esteri sarà
ridotto. Conseguentemente si temono ricadute anche sul contingente di nomina MAE che
opera in Svizzera. Tale timore è suffragato dal fatto che nell’ultimo decennio il contingente
dei docenti nominati dal MAE in Svizzera è calato del 15%.
Le misure di contenimento della spesa avranno delle inevitabili e gravissime ricadute
sull’utenza. Tradotta in cifre tale manovra implica la chiusura, già a partire dal prossimo anno,
di oltre 400 corsi di lingua e cultura italiana pari a più di 4000 alunni. In altre parole, l’attività
in questo settore strategico della promozione e diffusione della lingua e cultura italiana
verrebbe ridimensionato di un terzo, negando di fatto a migliaia di alunni il diritto a
concludere la ”scuola dell’obbligo”. I corsi per la loro consistenza e la diffusione capillare nel
territorio rappresentano non solo un importante strumento formativo per chi li frequenta, ma
anche un’opportunità socio-educativa, un momento di aggregazione per la collettività italiana.
Smantellare i corsi significa soprattutto negare alle nuove generazioni di discendenti italiani
di riappropriarsi della loro identità di origine.
Tutti i presenti, seppur consci della difficile situazione economica e finanziaria in cui versa
l’Italia, nel condividere l’importanza culturale dei corsi di lingua e cultura italiana, rivolgono
un pressante appello al Governo, al Parlamento e alle forze politiche ad annullare le
draconiane misure di contenimento della spesa alla scuola italiana all’estero, si oppongono
con forza allo smantellamento del sistema corsi e chiedono di garantire la continuità del
servizio, intesa come proseguimento di tutti corsi attualmente funzionanti, e di rilanciare
questo settore strategico di sviluppo della politica estera italiana. Perciò è giusto e lecito
chiedere che lo Stato faccia la sua parte.
L’assemblea ha infine costituito il Gruppo per la salvaguardia dei corsi di lingua e cultura
italiana, gruppo che intende coinvolgere tutti gli operatori del mondo della scuola.
Fondazioni ECAP e FOPRAS
Berna, 2 dicembre 2011

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