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Pianeta America: Romney e Gingrich si contendono il gradimento dell’elettorato

Per avere i voti repubblicani bisogna dare addosso ai poveri-diavoli

HOUSTON, Texas – Con il ritiro ormai certo di Cain e’ sparito il candidato afroamericano anti-Obama, s'è visto che le accuse contro di lui dopo tutto non erano campate in aria e sono rimasti a contendersi la palma dell’investitura conservatrice per la corsa alle presidenziali del 2012 Mitt Romney e Newt Gingrich.

Affermare che alla fine sono rimasti i più amati tra i Repubblicani non sarebbe forse molto corretto. L’ex governatore del Massachusetts potrebbe avere fatto passare nel dimenticatoio lo scandalo dei computer e hard drive del suo stato ceduti ad impiegati del suo staff a prezzi modici e con dati inclusi ma, in ultima analisi, potrebbe fare naufragio sugli scogli dell’intransigenza religiosa dell’elettorato conservatore visto che e’ un mormone oltre ad essere ritenuto troppo tentennante se non addirittura un voltagabbana riguardo a temi di importanza fondamentale quali l'aborto ed i matrimoni omosessuali.

Di Gingrich, invece, e’ nota la vita matrimoniale piuttosto movimentata finita nel divorzio e, tale dettaglio importantissimo, contrasta con l’idea perbenistica e di stampo vittoriano del presidente tutto casa, chiesa, moglie e figli che e’ considerata quasi imprescindibile per evitare seri problemi ad essere ritenuti candidati ideali a rappresentare tutti i pater familias americani. Se s’aggiunge il fatto che da poco Newt era stato abbandonato da elementi preziosi del suo staff elettorale, allora, la situazione diventa enigmatica e carica d’incognite oltre che piuttosto imbarazzante.

In ogni caso, considerando le difficoltà comuni, sembra proprio che ai nastri di partenza i due possibili finalisti conservatori si trovino sportivamente alla pari ed e’ per questo motivo che ora, per loro, e’ diventato imperativo piacere ad ogni costo all’elettorato accaparrandosene il gradimento. Al primo posto per tutti e due, in ordine d’importanza, riuscire a polarizzare su se stessi la fiducia convincendo tutti che si sia in grado di dare soddisfazione alla rabbia dei repubblicani nei confronti degli attendati del neo movimento di protesta “Occupy Wal Street” che continuano a protestare in diverse città d’America.

Per questo motivo Gingrich, ultimamente, nel corso di tavole rotonde e comizi dedicati a conservatori molto nervosi a causa delle proteste che non accennano a calare di tono o a cessare del tutto, ha sfoderato un'oratoria che sembra ispirata a quella veemente del mattatore mediatico Linbaugh. Ha affermato che la gente che protesta parte dal presupposto che “…dobbiamo loro qualcosa…” ed ha concluso raccomandando ai dimostranti con sottile ironia: “…andatevi a prendervi un impiego subito, dopo che vi siete fatto un bagno…”

Siamo dunque alle solite. Il disoccupato, secondo il partito dei ricchi e famosi senza problemi di sopravvivenza, viene dipinto ancora come un fannullone e, per completare l’opera tesa a farne anche un intoccabile, gli si attacca addosso anche l’accusa d’essere poco pulito e maleodorante. Gli avversari politici che protestano, democratici o liberal che siano, sono demonizzati fino al punto che la caratteristica che li contraddistingue e’ quella poco attraente d’essere sempre brutti, sporchi e cattivi ed i candidati repubblicani in corsa per la Casa Bianca ritengono, evidentemente, che la pratica d’infierire sui disoccupati e sui poveri sia la tattica vincente.

Mentre trionfa la più totale intolleranza ideologica ci si chiede dove sia finito il fair play, il “che vinca il migliore” e la magnanimità sportiva anglosassone e si devono registrare argomentazioni discriminatorie che non tengono conto del fatto ben noto a tutti che, nell’America d’oggi, i politici d’entrambi gli schieramenti un posto di lavoro a tutti quelli che ne sono privi e che lo cercano disperatamente non sono riusciti e non riescono a darlo. Chi in pieno inverno va a passare la notte all’addiaccio, sotto una tenda, lo fa solo perché e’ disperato, non perché e’ uno scansafatiche, ed il posto di lavoro col quale pagarsi le rate della casa e dell’auto l’ha cercato, lo cerca ma non l’ha trovato. La battuta ad effetto di Gingrich diventa cosi’, in maniera oscena, non solo una battuta strappa applausi ma persino un espediente strappa risate.

Nella foga dettata da questa forsennata raccolta punti preelettorale i due candidati conservatori si sbilanciano al punto che la loro oratoria diventa sconcia e discutibile perfino per osservatori e strateghi elettorali repubblicani i quali non possono ritenere prudente o giustificabile che le vittime debbano ricevere anche quest'ultima ingiuria proprio dagli appartenenti a quella classe politica che se non ha causato il disastro economico, in ogni caso, non e’ stata capace di scongiurarlo. Gli analisti ed alcuni addetti ai lavori conservatori più avveduti sono indotti a ritenere ed a temere che, in un anno come questo e con un’economia a corto d’ossigeno come quella attuale, la tattica d’attacco usata dai due delfini repubblicani sia probabilmente sbagliata tanto per il suo tempismo che per il suo contenuto.

Nel 1994 gli operai dello Stato dell’Indiana ai quali s'è rivolto Romney e che ora sono disoccupati erano impiegati e senza problemi. A rigore di logica e’ poco probabile, quindi, che con loro lo sfotto’ e le prese a posteriori di Gingrich riuscirebbero ad elettrizzarli o li potrebbero far morire dalle risate. Molti lavoratori dell’Indiana come del Massachusetts pensavano che la tragedia di rimanere disoccupati a loro non sarebbe toccata ed un giorno, invece, si sono svegliati dentro ad un incubo senza fine per uscire fuori dal quale non necessitano di battute ironiche inutili ma di soluzioni pratiche e sollecite. Queste soluzioni in uno stato moderno e democratico non dovrebbero essere affidate all’iniziativa dei singoli disoccupati, come suggerisce Gingrich, ma dovrebbero essere fornite da buoni politici capaci d'operare a favore dei più deboli invece che d’ironizzare sterilmente e di continuare a dare addosso a chi ha motivo per protestare.

L’America d’oggi, purtroppo, rimane ancora legata al dettato calvinista in base al quale chi e’ ricco ed ha successo e’ simpatico al Creatore che lo ha favorito mentre chi e’ povero e sfortunato e’ lo sconfitto che rimane escluso dalla salvezza ed al quale, poco cristianamente, viene riservato il ruolo antitetico di povero-diavolo.

RO PUCCI

12 / 04 / 2011

I-AM, HOUSTON, TEXAS

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