Alta tensione fra Iran e Inghilterra. Ieri l’ambasciata inglese a Teheran è stata assalita da un commando di studenti che ha fatto irruzione e devastato la sede diplomatica britannica. Fortunatamente non ci sono stati feriti fra diplomatici e altri dipendenti dello stesso Consolato, ma è scattato l’allarme rosso e l’Iran sta per diventare la nuova mina vagante tanto temuta dall’Occidente. Lo diceva l’ex Presidente Statunitense, George W. Bush, poco prima della fine del suo secondo mandato alla Casa Bianca, sottolineando la pericolosità del governo di Teheran, né è convinto anche l’attuale Primo Ministro inglese, David Cameroon che ha richiamato l’ambasciatore britannico per fare il punto sulla situazione e ha espulso da Londra i rappresentanti del corpo diplomatico iraniano. L’Inghilterra e tutto il mondo anglosassone hanno rivissuto i momenti drammatici del lontano 1979 quando fu assalita l’ambasciata Usa, lo staff fu sequestrato e tenuto in ostaggio per ben 444 giorni. Fonti dell’Intelligence Israeliana hanno dichiarato al Times di un paio di esplosioni: la prima vicino a un centro missilistico e nucleare di Isfahan, la seconda avvenuta sempre nella stessa località e vicino ad una pompa di benzina. Il Governo iraniano ha negato la seconda esplosione tramandata dal Times, ma è convinta che dietro gli attacchi alla base missilistica ci possa essere Israele. I rapporti fra Tel Aviv e Teheran sono di gelo assoluto mentre Londra sta valutando di intraprendere azioni dure contro l’Iran e il suo governo. E l’Italia come sta guardando a quest’azione? L’attuale Ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Santagata si dice fermamente convinto che è necessario per ragioni di estrema sicurezza pensare a un immediato ritiro del nostro corpo diplomatico dall’Iran. Oslo il suo ambasciatore l’ha già tolto. Per il resto l’Italia aspetta l’evolversi dei fatti, cercando in primis di capire quali sono le intenzioni di Londra. Senza dubbio intraprendere azioni bellicose contro Teheran potrebbe comportare conseguenze tragiche e devastanti. In un periodo in cui regna una crisi economica, l’ombra di un’altra crisi internazionale sarebbe veramente troppo. Le vie diplomatiche e del buon senso restano la strada migliore da intraprendere.
Marco Chinicò