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“IL TEMPO DEGLI EROI”

RECENSIONE di PATRIZIA MILONE
de
“IL TEMPO DEGLI EROI”- BIANCA FASANO-

Aurora,Valerio,Stefano,Elena i protagonisti del romanzo di Bianca Fasano ci coinvolgono con le loro storie proiettandoci nel tempo,nel 1963,un anno straordinario per gli eventi accaduti,per l’avvicendarsi di episodi drammatici: avvenimenti che hanno travolto e spazzato vite intere e infranto sogni e speranze di popoli.
Le loro storie comuni di amore,odio e tradimenti,di sofferenza e di solitudine fanno da cardine su cui ruota ,protagonista assoluta ,la storia del 1963.
L’autrice indaga con penna agile e disinvolta ma con sensibilità profonda nello scandaglio emozionale dei protagonisti così come negli ingranaggi di quegli eventi nazionali e mondiali che segnarono incisivamente il cuore e le menti di tanti cittadini del tempo. Accompagna il lettore nello scandire un diario immaginario,un block notes di giorni,ore e minuti come un fermo immagine verbale che ritma le pagine del romanzo: “ ore 18 -Mercoledì 22 Novembre 1963 Napoli ”,…. “ ore 10 – 10 Maggio 1963 -Washington”.
Il pathos crescente e ritmato, permette ai lettori quella sottile percezione di proiettarsi nel tempo e partecipare insieme a loro alla storia. Il romanzo si sviluppa infatti durante quell’arco di tempo che va da poco prima della tragedia del Vajont fino a poco dopo quel drammatico 23 Novembre a Dallas in Texas, dove terminò il viaggio di J.F.Kennedy ,va oltre tratteggiandone misteri e retroscena incidendo con la penna in quei passaggi sottili e intimi che trasformano uomini in eroi e viceversa.
“ Il tempo degli eroi” non si presenta come un romanzo tipico con i suoi codici e il suo stile. Le intrusioni dell’autrice,le sue considerazioni, si alternano ad un io narrante in prima e terza persona che si alimenta di pensieri sospesi,di riflessioni personali quasi da dialogo interiore, usando,a tratti anche la semplice cronistoria degli eventi. Una miscellanea questa che non impedisce al lettore di riscoprire vivacità narrativa e pathos emotivo nelle note di reportage come nei pensieri sottovoce di alcuni dei protagonisti; personaggi questi ordinari ma non banali,uomini e donne in lotta con i propri desideri e le propri errori,con paure e sensi di colpa.,tutti alla ricerca di un senso profondo per cui vivere o morire.
Così la vita quotidiana dei protagonisti ,lavorare,viaggiare ,essere padri e madri, si mescola allo scandire del tempo interiore,desideri nascosti o inappagati,ansie da prestazione,sessualità inespressa e dolore fisico e morale. La scrittrice, asseconda nel lettore la percezione di una riflessione profonda quanto semplice; quest’’ultimo intuisce così di aver vissuto,almeno in parte, in un specifico momento della vita le stesse emozioni dei personaggi, le stesse lacerazioni esistenziali dei protagonisti come un dejà vu noto ai più. L’autrice ci coglie incuriositi e nostalgici ,a volte “spiazzati” nel presentarci uno scenario dai colori contrastanti,in parte nascosto nella memoria dei nostri anni passati o semplicemente ,per i più giovani,rendendo vivi e palpabili ,”capitoli di storia” conosciuta solo attraverso i testi di scuola. Ci conduce con l’abilità di pittrice esperta davanti ad un quadro osservato in una certa età della vita,ammirato,desiderato e mai posseduto, costantemente inseguito per poter,ogni volta che lo si desideri,perdersi in esso, in silenzio.

PATRIZIA MILONE

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