Organizzato dal Comites di Buenos Aires e con il sostegno istituzionale del “Ministerio de Relaciones Exteriores, Comercio Internacional y Culto” dell’Argentina, lo scorso 21 novembre si e svolta la ceremonia di consegna dei riconoscimenti da parte del Comitato a personalita italiane e a loro discendenti che con il loro lavoro e professionalitasi sono distinte e mettendo in risalto i valori delle loro radici.
E’ stata la seconda volta di un evento la cui edizione precedente si era svolta nel mese di ottobre dell’anno scorso nel “Congreso Nacional”, quando furono consegnati i premi “Radici italiane in Argentina” a 33 personalita italo-argentine. Il nome del premio pero e stato nel frattempo registrato, ragion per cui per questa nuova edizione e stato scelto il nome “Ambasciatori”, consegnato a 15 persone. Un evento che, trattandosi di un incontro di “famosi”, ha provocato grande interesse nella societa argentina e nei media locali, i quali in modo massiccio hanno seguito la manifestazione..
E’ noto che in questo tipo di cerimonie, al di la delle motivazioni e dei contenuti, ha una importanza rilevante l’ambito nel quale ha luogo e se l’anno scorso e stato il Senato,
questa volta e stato il confortevole auditorium Manuel Belgrano della “Cancilleria”
argentina, la cui capienza di 260 posti e stata completamente colmata dagli invitati.
Numerose le autorita e personalita presenti, tra le quali l’ambasciatore d’Italia
Guido La Tella, il console generale d’Italia a Buenos Aires Giuseppe Scognamiglio, il
direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Giuliana Dal Piaz, l’on. Ricardo Merlo, il
direttore per le Relazioni Istituzionali della Citta di Buenos Aires Claudio Avruj, naturalmente tanti consiglieri del Comites di Buenos Aires, presidenti di associazioni
italiane, famiglie e amici dei premiati e, come succede in questi casi, anche “i soliti ignoti”.
E’ seguito il saluto del presidente del Comites Graciela Laino, la quale ha ricordato come e nato il premio e su quali basi viene consegnato, sottolineando inoltre il lavoro fatto dai consiglieri del Comites nella scelta delle persone da premiare e ricordando che i consiglieri svolgono il loro lavoro “ad honorem”, per tutelare gli interessi degli emigrati e promuoverne i loro diritti, nella circoscrizione consolare di residenza.
Da parte sua l’Ambasciatore d’Italia ha ringraziato la presidente Laino e gli altri
consiglieri del Comites per una iniziativa che ritiene molto interessante, come aveva
avuto occasione di manifestare l’anno scorso. Ha detto poi che il caso dell’Argentina
e da segnalare al mondo vista l’ armonia esemplare tra la confraternita tra i popoli e
il sentimento di italianita. Infine ha sottolineato che la cerimonia di consegna dei premi
avviene in un momento importante nei rapporti tra i due paesi e si e augurato che i
premiati possano collaborare in questa nuova tappa.
Quindi sono state consegnate le statuette, opera dell’artista Estela de Agostini ai premiati
dei quali, indichiamo, tra parentesi, le regioni di origine. Le attrici e cantanti: Leticia
Bredice, (Puglia/Lazio) e Virginia Innocenti (Emilia-Romagna/Sicilia). I cantanti Cacho Castana (Calabria) il piu applaudito, e Pascual Antonuccio,(Calabria). L’attore Gabriel Andreacchio,in arte Corrado, (Calabria/ Piemonte), il produttore teatrale Lino Patalano (Lazio), il medico e giornalista Claudio Zin (Trentino Alto Adige), il presidente del Consiglio della Sanita della Provincia di Buenos Aires, Jorge Collia, (Calabria), la giornalista Cristina Mucci (Lombardia); i funzionari del del Governo della Citta di Buenos Aires, Ministro “del Ambiente y Espacios Publicos” Diego Santilli (Abruzzo/Piemonte) e il Ministro “de Cultura y Turismo” Hernan Lombardi
(Piemonte ); il matematico e giornalista Adrian Panza, in arte Paenza (Basilicata /Molise); la Presidente della fondazione Educar Bettina Bulgheroni (Sicilia) e un rappresentante del giocatore di polo, della squadra campione del mondo Adolfo Cambiaso (Liguria).
Abbiamo assistito ad una cerimonia che, al di la della logica protocollare, e stata semplice, cordiale ed emotiva e in essa la maggioranza dei protagonisti si e emozionato di fronte al leggittimo orgoglio di sentirsi premiati.
Come avviene con questo tipo di manifestazioni, l’incontro diviene in una specie di “catarsi collettiva”, confessioni sullo stesso argomento: esaltare le radici e l’italianita,
l’onore di essere premiato e le dediche, generalmente alle famiglie. Concetti ricorrenti
ma che, in questa occasione, si sono rivelate espressioni naturali, sincere, quasi una melodia per quanti siamo stati testimoni dell’evento.
SIAMO TUTTI AMBASCIATORI?
Come non sono tutte rose e fiori, c’e da dire che l’evento ha provocato anche polemiche,
un classico nella nostra collettivita. Critiche in seno al Comites, per le presunte aspirazioni personali della presidente, perche sarebbe stato un comizio di un partito ed altre considerazioni. Posizioni in qualche modo avallate dalle evidenti notevoli assenze che si sono registrate durante la cerimonia. Altri settori hanno definito “cholulista” o “gossipparo” la manifestazione, sottolineando che alcuni premi sono stati assegnati solo in base alla italianita dei cognomi, ma non per il loro legame con l’Italia o la loro partecipazione alla vita della collettivita. Qualcun’altro ha criticato il pomposo titolo di “Ambasciatori”, al punto che perfino uno dei premiati ha scherzato: “con questo titolo ho l’immunita e posso viaggiare col passaporto diplomatico?”
Senza voler entrare in polemiche, ci sembra che non dovrebbe essere enfatizzato il
titolo di ambasciatore, dato che si tratta di una metafora verso esponenti della nostra
comunita che si sono particolarmente distinti nelle loro attivita. D’altra parte pero, si tratta di una “nomina” simbolica che ci hanno fatto spesso nel Belpaese, per il quale
siamo diventati ambasciatori dell'italianita nel mondo nei piu svariati settori: Ambasciatori della musica, del vino, della cucina, della buona tavola, del saper vivere e
perfino, della vera pizza napoletana! Forse sarebbe stato giusto che, al di la dei famosi, il premio fosse stato assegnato anche ad un italiano meno noto, uno stimo all’italiano
quasi anonimo, a un piccolo imprenditore o un artigiano, un professionista o un insegnante, perche anche tanti di essi, con la loro capacita e operosita, creativita e
laboriosita, sono rappresentativi dei valori portati dagli italiani in Argentina .
Infine su quanto detto dall’Ambasciatore sulla “collaborazione in questa nuova fase…”,
si tratta di un dilemma che dovrebbero affrontare i nostri dirigenti, ma anche le autorita diplomatiche, sul modo di capitalizzare questi eventi, avvicinare le personalita, integrarle, svegliare il loro interesse e collaborino. Perche non suceda che dopo una breve cerimonia, dopo i 15 fugaci minuti di gloria e di riconoscenza verso le radici italiane, il tutto svanisca senza lasciare tracce.
In definitiva, e stata una valida iniziativa per stimolare la riscoperta delle radici, la
celebrazione di un origine comune, dell’italianita, componente distintiva del patrimonio
culturale dell’Argentina, che come in nessun altro paese al mondo, gli italiani hanno avuto una incidenza tanto massiccia nella costruzione della cultura e dell’identita nazionale.
Al riguardo basti citare le parole pronunciate nel 1960 dal Dott. Arturo Frondizi, primo presidente dell’Argentina figlio di emigrati italiani, che su tale influenza diceva: “il sangue italiano e parte del nostro sangue, in modo tale che italiani e argentini siamo fratelli per ragione naturale”
Walter Ciccione