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Pensioni: 41-43 di contributi?

Sì al reddito minimo garantito

Reddito minimo garantito per chi si trova senza lavoro e l'arrivo certo del contributivo pro-rata per chi non lo applica ancora. E poi: un' accelerazione dell'aumento dell'età pensionabile per le donne e anche nuovi strumenti per favorire l'occupazione dei giovani, tutelando chi oggi è precario. Il Ministro del Lavoro Elsa Fornero stringe i tempi e annuncia da Bruxelles “una riforma incisiva ma che rispetta il principiò di equità tra le generazioni”. Riforma che – dice – “verosimilmente sarà annunciata entro pochi giorni”. Lunedì è previsto il Consiglio dei Ministri e qui, fra le altre misure per la crescita, è attesa la parte strutturale del piano pensioni che prevederà anche anche un adeguamento agli standard europei dell'età pensionabile delle donne. Il governo – annuncia Fornero – lavorerà a introdurre in Italia, con un pacchetto ancora da congegnare, il “reddito minimo garantito”.L'Italia è l'unico Paese europeo, insieme all'Ungheria, a non prevederlo nel suo sistema di welfare. “Dalla prossima settimana lavoreremo per migliorare il mercato del lavoro soprattutto per giovani e donne, con l'obiettivo di dare ai lavoratori più svataggiati e precari, chance in più di lavoro vero” ha aggiunto. Immediate le reazioni positive del Pd che vede nel “reddito minimo garantito” “un indispensabile strumento di lotta alla povertà” Tornando sul dossier pensioni Fornero ha annunciato l'introduzione del sistema contributivo pro-rata. Questo significa che dal primo gennaio 2012 le pensioni saranno tutte calcolate sulla base dei contributi versati, fatto salvo il meccanismo del sistema retributivo fino a tutto il 2011 per chi ne aveva diritto. Il ministro ha assicurato che “eccezioni saranno fatte verso il basso” per dare di più a chi non ce l'ha fatta. Cioé coloro che non sono riusciti a maturare contributi sufficienti per maturare una pensione dignitosa.Ancora oggetto di studio e di indiscrezioni il punctum dolens della soglia minima di contributi necessari per ottenere la pensione di anzianità a prescindere dall'età raggiunta. Ora è fissata a 40 anni ma si parla di un possibile innalzamento tra i 41 e i 43 anni di contributi. Se per la Cgil di Camusso 40 anni é un “numero magico” e “serve un confronto”. Il Pd apre, per voce dell'ex ministro del lavoro Cesare Damiano, al sistema pro-rata e anche a un'eventuale innalzamento della soglia dei 40 anni, ma a patto che sia volontario e con un sistema di incentivazione e disincentivazione, tutelando chi è soggetto a lavori più usuranti. Sulla flessibilità in uscita è d'accordo anche il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua: “se si va verso il sistema contributivo è insita la capacità di flessibilità dell'uscita”, ha detto ricordando però che in Italia l'età media di pensione per anzianità è di 58,7 anni, mentre la media di vecchiaia e anzianità è di 60,2 anni ampiamente sotto la Germania (61,7 anni) e la Spagna (62,3 anni) la Francia è a 59,3 anni.Con l'avvicinarsi della data del Cdm i sindacati – che non sono ancora stati convocati – sono entrati in fibrillazione e chiedono ad alta voce un confronto pur sapendo che i tempi sono stretti. “La parola magica è trattare e trovare soluzioni migliori” ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni uscendo poi alquanto dall'incontro con il ministro dello Sviluppo Corrado Passera: “adesso mi sembra inesistente la volontà a convocarci” ha detto. Il ministro Fornero da Bruxelles si è detta disponibile a incontrare le parti prima di lunedì, ma ha prudentemente aggiunto: “dipenderà dal premier e dai vincoli di tempo”. E domani è già venerdì.Il Pd: non tocchiamo le pensioni di anzianità – Alzare l'età pensionabile ricorrendo a strumenti di “flessibilità e facoltatività” ma non toccare le pensioni di anzianità. E' questo il senso di una proposta di legge presentata dal Pd, a firma Cesare Damiano, Tiziano Treu e Pierpaolo Baretta. “La nostra proposta – ha spiegato Damiano – si fonda su due criteri: ragionare su un'età pensionabile flessibile tra i 62 e i 70 anni, utilizzando un meccanismo di incentivi e disincentivi che spinga i lavoratori a restare al lavoro; secondo, l'intangibilità dell'anzianità per i lavori usuranti e per chi ha versato 40 anni di contributi”. Per quanto riguarda il contributivo 'pro-rata', ha aggiunto Damiano, “se si salvaguarda l'anzianità, sul 'pro-rata' si può anche discutere”.02 dicembre 2011Redazione Tiscali

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