Lettera di commiato dell’Ambasciatore in Atene Francesco Trupiano

Si invia per la pubblicazione la lettera di commiato dell'Ambasciatore in Atene Francesco Trupiano indirizzata al direttore della testata.
Sergio Coggiola

Caro Direttore,
accolgo volentieri il suo cortese invito per rivolgere alla collettività italiana, tramite Eureka, un messaggio al contempo di augurio natalizio e di congedo.
Il simbolo oggi più realistico di un diplomatico non è certo la leggendaria feluca, ma più prosaicamente la valigia. Il diplomatico è sempre con la valigia in mano, pronto a cambiare luogo di residenza e sede di lavoro. In 41 anni di carriera Diplomatica, oltre i vari soggiorni a Roma, io ho prestato servizio, in sette sedi estere. Nel giugno del 2010, dopo una straordinariamente lunga missione alla guida della nostra Ambasciata a Tripoli, ero giunto ad Atene ritenendo che fosse l’ultima tappa del mio girovagare.
Atene l’avevamo ripetutamente cercata e sognata, mia moglie ed io, fin dal lontano 1971, quando, appena sposati, vi eravamo venuti in viaggio di nozze. Finalmente, lo scorso anno, verso la fine della carriera, il sogno sembrava essersi realizzato.
Certo, la Grecia che abbiamo trovato non era quella classica, culla della civiltà e della democrazia occidentali. Era, invece una Grecia devastata da una profondissima crisi economico-finanziaria. Una crisi che in quest’anno e mezzo s’è ulteriormente aggravata divenendo anche una pesantissima crisi politico-sociale che ha violentemente investito l’intero paese e s’è abbattuta con estrema durezza, giorno dopo giorno, sul popolo greco e specie sul ceto medio e le classi meno abbienti.
E di questo critico contesto locale non poteva non risentire anche la presenza italiana in Grecia. I nostri investimenti nel paese si sono di fatto bloccati, le nostre esportazioni sono crollate di quasi il 20%, è aumentato perfino il numero dei nostri connazionali residenti in difficoltà.
A causa delle contemporanee restrizioni di bilancio in Italia, anche l’Ambasciata ha dovuto fare i conti con riduzioni di personale e drastici tagli nei finanziamenti. Ciò nonostante, alcuni risultati sono stati conseguiti. Tra questi: il restauro delle quattro facciate dello storico edificio dell’Ambasciata e del Cimitero Militare Italiano di Rodi, l’avviata razionalizzazione della nostra rete consolare onoraria e le manifestazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Avremmo potuto fare altro, fare di più ? Forse, ma abbiamo, in buona fede, cercato d’utilizzare al meglio le sempre più ridotte risorse umane e finanziarie a disposizione.
Se questo è, per sommi capi, il bilancio di 18 mesi, è anche il bilancio della mia missione diplomatica ad Atene che si concluderà il prossimo 31 dicembre.
Il diplomatico riprende la sua valigia! Dal 1° gennaio 2012, infatti, inizierò presso un’Organizzazione Internazionale una nuova esperienza di lavoro che mi porterà in giro per l’Europa. Certo, mi dispiace lasciare la Grecia, ma devo anche sinceramente ammettere che l’idea di rimettermi in gioco ed iniziare, alla mia età, una nuova esperienza lavorativa mi stimola molto. D’altra parte proprio il mito greco di Ulisse ci ha insegnato a ricercare sempre nuove esperienze, a “seguir virtute e conoscenza”.
Così, mentre m’appresto a riprendere in mano la mia valigia, vorrei far giungere alla comunità italiana di Grecia i miei più fervidi auguri per le prossime festività natalizie e, soprattutto l’augurio che il 2012 possa finalmente far intravedere la luce in fondo a questo lunghissimo tunnel e segnare l’inizio di tempi migliori e più sereni per l’Italia e la Grecia.
Cordiali saluti,
Francesco Paolo Trupiano

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