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Il diritto di morire e la regola d’oro

Su La Repubblica del 30 novembre, Michela Marzano scrive: «Perché è difficile chiedere a un medico, la cui vocazione in fondo è quella di “far vivere”, di essere poi anche capace, in determinate circostanze, di “far morire”». E' difficile chiederlo ad un medico contrario all'eutanasia, ma non ad un medico favorevole all'eutanasia. Un medico cristiano, ad esempio, potrebbe applicare la regola d'oro: “Quanto dunque desiderate che gli uomini vi facciano, fatelo anche voi ad essi” (Mt 7,12). Poi la filosofa scrive: «Ma è anche difficile dire a chi non vuole più vivere: dai, un piccolo sforzo! non ti rendi conto che non spetta a te decidere come e quando andartene? Perché non esiste un “diritto di morire”. Su questo non ci sono dubbi. Ce lo ha recentemente ricordato anche la Corte europea dei Diritti dell'Uomo». Perché non ci sono dubbi? Non sarebbe opportuna una spiegazione, gentile filosofa? Perché ho il diritto di rifiutare un mal di denti, una bastonata, la schiavitù, qualsiasi cosa che mi tormenti, e non ho il diritto di rifiutare la vita, qualora essa stessa sia per me un tormento?

Renato Pierri

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