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MAI PIU’ COME PRIMA

Anche da noi è arrivato, ma prevedibile, il momento di voltare pagina. Una volta per tutte. Nella realtà nazionale che stiamo vivendo non c’è più posto per le cobelligeranze, né per i compromessi di cordata. Lo abbiamo sempre scritto: far politica non è fare diplomazia. Ci sono, ovviamente, dei rischi da correre, ma ciò che non può essere evitato ha da essere affrontato. Il passato, recente o remoto, è finito. Esso rappresenta, però, un periodo da non dimenticare proprio per evitare la replica dei madornali errori che ne hanno decretato il tramonto. Questo Esecutivo, senza una Maggioranza parlamentare, è un’altra realtà a tempo. Poi, sarà il Popolo italiano a decidere come dovrà essere guidato il Paese. Ora è indispensabile uscire dalle incongruenze di un’economia che sfrutta le speculazioni per condizionare il nostro futuro. La XVI Legislatura, ora, resta una realtà burocratica. L’Esecutivo non la rappresenta, né la rappresenterà mai. Proprio per questo motivo è stato chiamato “tecnico”. In pratica fatto da estranei alla politica, ma esperti negli specifici settori per la vita dello Stato. I partiti “vecchi”, guidati da uomini “nuovi” non c’interessano. Vecchio e nuovo sono solo una stessa realtà proiettata in tempi differenti. Anche se non di molto. Siamo certi che il Governo Monti favorirà, tra l’altro, le condizioni indispensabili per quel rinnovamento che ci chiede l’Europa. I sacrifici interni sono una realtà, ma quelli internazionali non devono condizionare i primi. Soprattutto anche in considerazione del fatto che è tutta l’Eurolandia a manifestare una preoccupante fibrillazione. Resta che, oltre la crisi, c’è un panorama politico in via di rapida trasformazione. In questo periodo di potere delegato, c’è tutto il tempo per imbastire nuove strategie e recuperare ciò che abbiamo perduto lungo la strada. Mentre presto sarà varata un’altra manovra economica più severa, i partiti, che hanno tutto il loro peso in area parlamentare, hanno da recuperare la coerenza che è venuta a tramontare, progressivamente, in Seconda Repubblica. L’importante è che in questa fase “tecnica”, che ci auguriamo breve, i partiti italiani si rendano conto d’evitare le solite posizioni interlocutorie che, in ultima analisi, non dicono un bel nulla. Se ci deve essere rigore, ci sia per tutti. Partendo, però, dal Vertice e, progressivamente, arrivando alla Base. Il Governo Monti, ne siamo certi, farà il suo dovere, ma, nel frattempo, chiediamo la stessa coerenza agli uomini di partito che, contando politicamente meno, dovrebbero rivedere alcune loro posizioni per ripresentarsi, a tempo debito, al giudizio del Popolo italiano. Se eviteremo il baratro economico e sociale, lo dovremo anche alle posizioni che gli “onorevoli”, superati gli schieramenti, sapranno assumere anche a titolo personale. Le discipline di partito, che non abbiamo mai condiviso, hanno rivelato tutta la loro inutilità proprio sul campo dell’emergenza che stiamo vivendo. L’Italia del XXI Secolo, impoverita da speculazioni sbagliate e manovre inconcludenti, può ritrovare la via per una ripresa graduale, ma tangibile. La politica dei piccoli passi, come quella delle grandi riforme, è tramontata con l’era berlusconiana. Da noi serve un metro ed una misura per tutto. Però non da applicare alla stessa guisa. Il rinnovamento, che prevediamo a medio termine, dovrà favorire un programma sociale che tenga conto delle esigenze di chi ha avuto sempre poco nei confronti di coloro che hanno sempre avuto molto. In parecchi casi, anche troppo. Il dopo Monti dovrebbe essere un Paese più al servizio della gente. Di questo meraviglioso Popolo che ha sempre dato e con generosità.

Giorgio Brignola

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