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Lucia se puoi abbraccia Mona e piazza Tahrir

Notizia e foto, che riporto all’inizio, sono state pubblicate il 24 novembre da Twitter a metà giornata e non lasciano dubbi: i due avambracci di Mona sono ingessati. “Mona Eltahawy, 44 anni, una famosa giornalista con la doppia nazionalità egiziana e statunitense, ex corrispondente della Reuters in Medio Oriente, è stata picchiata e molestata sessualmente dai poliziotti egiziani che l’hanno tenuta prigioniera per circa 12 ore nel palazzo del ministero dell’Interno, non lontano da Piazza Tahrir, nel centro del Cairo.”

Lucia Goracci è una giornalista inviata da Rai3, per il telegiornale. Entrambe sono state a Piazza Tahrir e ancora ci stanno. Lucia Goracci è su Facebook, quella che in gergo si dice per me un’amica.Il cognome uguale è molto probabilmente per parenti alla lontana, entrambi toscani. In un ultimo post, Lucia molto scherzando ma chissa quanto, scrive ” ribadisco: quando sarà, seppelitemi lì “. Quel lì, è l’ Isla Negra Chile, meglio conosciuta come la residenza del poeta Pablo Neruda.

Non molto tempo fa, Lucia Goracci era stata a Conversano per Caratteri Mobili Festival , e aveva discusso e descritto, le rivendicazioni femminili del mondo arabo all’Italia.

Anche Mona Eltahawy è su Facebook.

Un nostro regista italiano, Stefano Savona, ha girato un film, Tahrir Liberation Square, da quella piazza Tahrir dove entrambe queste due donne che sanno “comunicare” , hanno raccontato…Mando le immagini di 3 video molto eloquenti: “…L’occhio del regista, seguendo Noa, ci mostra spesso altre ragazze, che girano perlopiù coperte da foulard come lei, anche se non mancano donne con velo integrale, né altre – giovanissime – a capo scoperto. Ragazze di questa rivoluzione e ragazze della rivoluzione di Nasser (che campeggia in un cartellone agitato da un manifestante) si danno la mano: in una delle immagini più cariche di significato del film (nella foto) una vecchia sfila con la foto in bianco e nero di quella che dev’essere la nipote, uccisa verosimilmente nei primi giorni della rivoluzione, e una scritta che dice “Il sangue dei martiri vi costerà caro”. Sono queste, donne in lotta che, indipendentemente dall’orientamento politico e religioso, agiscono il medesimo spazio pubblico degli uomini, partecipano ai dibattiti e ai cori, sembrano reclamare un inedito protagonismo. Il film si chiude proprio sul richiamo accorato e straziante di una ragazza che, all’indomani dell’ubriacatura di gioia seguita alla notizia delle dimissioni di Mubarak, incita gli altri a non smobilitare, perché niente è ancora acquisito, il potere rimane nelle mani dei militari e il rischio di un colpo di mano è sempre presente….”

Tahrir – Liberation Square

Vi invio anche una danza, Yalla Habibi: per cosa e chi dovremmo ballare? E invece si, danziamo nei modi e nei tempi che riteniamo opportuni: Dannato silenzio.
Lucia se puoi abbraccia Mona e piazza Tahrir e tutte le donne arabe che lottano per la vita. Domani è il 25 novembre, contro la violenza alle donne. Sempre, non ci sono giornate. Zitte da morte ma anche allora ci sarà la staffetta…Buone giornate Donne e rEsistiamo!
Doriana Goracci

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