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Avvocati nei Consigli giudiziari, un’esperienza positiva che va potenziata

Dare ancora più voce all’avvocatura sull’organizzazione degli uffici giudiziari e sul rendimento dei magistrati potenziando la formazione comune di avvocati e magistrati che siedono nei Consigli giudiziari; insistendo per avere accesso alle banche dati documentali; potendo dire la propria anche sulle variazioni tabellari.
La prima esperienza dei Consigli giudiziari integrati da componenti avvocati sta per concludersi con la scadenza del primo mandato e il Consiglio nazionale forense, che sin da subito ha seguito, sostenuto e proposto miglioramenti della normativa per valorizzare la presenza dell’avvocatura, ha ritenuto di fare il punto in una riunione che si è tenuta presso la sede amministrativa sabato 19 novembre.
Sotto la guida di Ettore Tacchini, coordinatore del gruppo di studio sui Consigli giudiziari, si è svolto un confronto tra i componenti laici dei Consigli giudiziari, insieme con Riccardo Fuzio e Annibale Marini(presidente emerito della Corte Costituzionale), componenti del Consiglio superiore della magistratura.
Nel corso dell’incontro sono stati analizzati i risultati del II questionario sul grado di integrazione degli avvocati nell’attività degli organismi locali di autogoverno della magistratura. I risultati raccontano di un’avvocatura (per un buon 80%) ben rappresentata e vitale nei C.G., e si è mostrata interessata e preparata; che i 26 distretti di Corti d’Appello si sono dotati tutti di Regolamenti interni, sebbene solo nel 26% dei casi gli Avvocati hanno potuto contribuire partecipando alla redazione e votazione dello stesso; che le stesse percentuali di C.G. permettono l’esercizio del diritto di tribuna e la partecipazione al parere sulla progressione di carriera.
Dati per certi versi confortanti ma che per altri indicano che per il futuro occorre insistere per potenziare l’apporto che l’avvocatura da al funzionamento degli uffici giudiziari anche esercitando vigilanza e pressione. Per questo nel corso della riunione sono emersi anche gli aspetti ancora critici sui quali i prossimi componenti avvocati dovranno impegnarsi: ottenere l’accesso telematico al database in cui sono contenuti tutti i punti dell’ordine del giorno (tranne la materia delle progressioni di carriera), cosa che avviene, ad oggi, solo nel distretto di Venezia; richiedere che i Consigli dell’Ordine siano messi a conoscenza anche delle variazioni tabellari che sono molto spesso uno stravolgimento globale della proposta tabellare in vigore; ottenere ancora più presenza nelle commissioni flussi, veri e proprio snodi per la organizzazione efficiente degli uffici giudiziari.
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