I governi cambiano. Passano quelli politici arrivano quelli tecnici, ma certi partiti non cambiano mai.
Il triste spettacolo offerto dalle forze politiche (di destra, di centro e di sinistra) in questi giorni, sulle nomine dei sottosegretari è avvilente e sta a dimostrare che in troppi, in questo paese, non hanno ancora compreso la gravità della crisi e l'insofferenza dilagante dei cittadini di fronte ai vecchi comportamenti della politica.
L'Italia dei Valori, che da subito ha annunciato che non rivendicherà nessun sottosegretariato, denuncia questo inaccettabile teatrino da parte di chi, in un momento così delicato, dovrebbe, invece, dimostrare senso di responsabilità e decenza.
Antonio Di Pietro, questa mattina a Sassari per un incontro con la base del partito e i cittadini, torna sull'argomento e si augura che “non rientri dalla finestra quella politica malata e del voto di scambio che è uscita dalla porta. Rifiutiamo – sottolinea il leader Idv – la partecipazione alla spartizione dei sottosegretari che già si paventa e invitiamo il presidente del Consiglio a dimostrare dal primo atto che non intende essere sottomesso né farsi ricattare dai partiti”. Per Di Pietro la credibilità di Monti è tale “che può portare direttamente i suoi provvedimenti in parlamento senza la mediazione 'spartitocratica' dei sottosegretariati”.
Anche il capogruppo Idv al Senato, Felice Belisario dice “no a sottosegretari e vice ministri nominati secondo logiche di spartizione politica. Non si può screditare il nuovo Esecutivo lottizzando le nomine, il Paese ha bisogno di profili tecnici di particolare competenza e non di mera appartenenza, anche alla luce degli scandali e degli intrecci tra politica e malaffare che continuano ad emergere”.
L’esponente dipietrista sottolinea il comportamento ambiguo del Carroccio: “Dopo tre anni e mezzo di malgoverno, la Lega poltrona non cambia stile pretendendo anche la presidenza del Copasir. E' veramente indecente continuare ad adottare questo malcostume da manuale Cencelli”.
Belisario, che è anche esponente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ricorda che “il Governo non e sostenuto da alcuna maggioranza politica ma è insediato solo per fare fronte ad una emergenza drammatica. Maroni ha fatto un passo indietro, ma il cerchio magico ne fa uno avanti spingendo per la presidenza del Comitato. Con questa mossa strumentale del passaggio ad un'opposizione più mediatica che politica – sottolinea Belisario -, la Lega pensa di avere in mano l'asso piglia tutto: da una parte chiede la presidenza del Copasir, dall'altra però non rinuncia alla presidenza delle altre commissioni. Un po' di coerenza è il minimo sindacale che gli italiani vogliono in questa difficile fase, ma forse per la Lega è chiedere troppo”.