Importante decisione del Tribunale per i minorenni di Cagliari quella resa l’11 luglio scorso in materia di messa alla prova dei minorenni che abbaino commesso un reato e che Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ritiene opportuno portare all’attenzione per sottolinearne gli effetti positivi sulla possibilità di reinserimento dei minori autori di reati che dimostrino con dedizione e impegno di non voler più commettere reati.
Secondo il collegio sardo, infatti, al minorenne risultato autore di un furto e trovato in possesso di un telefonino rubato, il giudizio è sospeso per quattro mesi per la messa alla prova ai sensi dell’articolo 32 del D.P.R. 448/1988, al fine di valutarne la personalità e il rischio di reiterazione.
Se a seguito di tale periodo, la messa alla prova è superata positivamente, il reato è estinto.
I giudici cagliaritani che avevano comunque riconosciuto la colpevolezza del ragazzino per come emersa dagli atti contenuti nel fascicolo delle indagini e dalle dichiarazioni del giovane nonché la capacità di intendere e volere del minore, hanno sospeso il giudizio per i quattro mesi necessari per la messa alla prova, per monitorare la personalità e determinare l'esistenza del rischio di reiterazione. Alla fine del periodo si è potuto appurare che il minore “ha completamente rispettato la totalità degli impegni assunti nel programma di messa alla prova formulato nel suo interesse, svolgendo con impegno e serietà le attività ivi previste di volontariato, religiose, di studio (anche del codice della strada). Egli, inoltre, ha prestato piena collaborazione rispetto agli interventi del servizio sociale dimostrando notevoli progressi ed un costante impegno”.
I giudici hanno quindi dichiarato il non doversi procedere per l'estinzione del reato proprio “per esito positivo della messa alla prova”.