Oggi primo Cdm: Equità  e Giustizia sociale un must

E’ significativo che siano passati pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo e già nel Paese si respiri un’aria nuova che Monti non deve tradire. Una settimana fa una folla gioiosa, dopo anni di frustrazioni, si liberava al grido di “dimissioni” per le vie di Roma e qualche giorno fa si insediava il governo.

Ora che Silvio Berlusconi non è più presidente del Consiglio, piano piano la rabbia dei cittadini si trasforma in voglia di riscatto e anche in responsabilità e disponibilità.
E’ come se l’Italia avesse vissuto prima una fase di tossicodipendenza da patina televisiva, menzogna dopo menzogna ha creduto al suo spacciatore di sogni. Poi di astinenza, per mancanza di risultati, astinenza che si è tramutata a volte in aggressività. E ora abbia voglia di una ricostruzione sana della nostra società, a partire dall’economia.

Mi spiego così il sondaggio di Demos per Repubblica.it: pur riconoscendo questo come governo di emergenza per salvare la democrazia, 8 italiani su 10 lo giudicano positivamente. Monti, poi, incassa l’84% dei consensi. Eppure si tratta di esponenti tecnici per lo più sconosciuti alla gente, gli stessi giornalisti in Transatlantico ascoltavano Monti il giorno della fiducia con davanti le foto dei ministri per potere dare un nome ad una faccia.

Tutto pur di non avere mister B. E’ questa la mia sensazione, mentre non vedo l’ora di preparare l’alternativa dopo aver superato questa terribile crisi. E responsabilmente accetto, insieme al mio partito, questa fase di transizione ed emergenza.

Per questo, alla vigilia del primo consiglio dei Ministri, mentre si ricorrono le voci sulle misure del nuovo governo, ricordo a Monti due parole che ha ripetuto più volte nel suo discorso di insediamento: “Equità e Giustizia sociale”. Solo interventi fiscali progressivi, come impone la costituzione, infatti, saranno compresi da cittadini indignati dal berlusconismo delle caste, che ha chiesto sempre e solo sacrifici ai poveracci, tutelando i privilegiati.

Dobbiamo invertire il ragionamento: chi più ha, più deve pagare.

Il governo in totale e netta discontinuità con il passato, deve tenere conto delle condizioni di vita e del reddito delle famiglie. Prima di parlare di Ici, deve introdurre una patrimoniale esentando i redditi medio-bassi, imporre un contributo di solidarietà ai titolari di capitali scudati che a tutt’oggi se la ridono alle spalle degli italiani onesti. E, se poi è indispensabile introdurre l’Ici sulla prima casa, bisogna prevedere fasce di esenzione per precari, famiglie monoreddito, titolari di pensioni minime.

Solo così si possono chiedere sacrifici a chi già ne ha fatti tanti. Una richiesta credibile da un’istituzione credibile può essere digerita più facilmente e gli italiani non avranno la continua sensazione di essere carne da macello. Se Monti si muoverà così potrà contare sul sostegno pieno dell’Italia dei Valori.

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