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Il problema essenziale dell’Italia secondo il New York Times (no, non è Berlusconi)

Il problema essenziale dell’Italia non è il deficit elevato e nemmeno il pesante debito pubblico, ma anni di crescita penosamente bassa, che rendono il debito più difficile da pagare e gli investitori più scettici rispetto alla capacità italiana di ripagarlo. Ecco perché i tassi d’interesse crescono, e rendono sempre più complicato saldare il debito. L’unica istituzione europea che è ancora potenzialmente in grado di fermare la spirale di questa crisi è la Banca centrale europea. Solo la Bce può stampare euro in quantità illimitata e usarli per ricomprare i titoli di debito italiani, quanto basta per abbassare i tassi d’interesse da oltre il sette per cento a livelli più sostenibili. Fondamentalmente, la Bce deve diventare il prestatore di ultima istanza, stampando abbastanza moneta e comprando abbastanza debito italiano per stabilizzare la situazione e per permettere che ci sia il tempo per adottare misure di lungo termine. Una mossa di questo tipo non può garantire che la corsa a vendere i bond italiani, alimentata dall’allarmismo, si fermi del tutto. Ma è con ogni probabilità l’unica decisione possibile.
Il cancelliere Merkel e il presidente Sarkozy, visto il misero fallimento dei loro tentativi per prevenire la crisi, dovrebbero chiedere pubblicamente al nuovo presidente della Bce, Mario Draghi, di prendere queste misure. Eppure fanno ancora calcoli elettorali che non hanno nulla a che fare con il pericolo che l’Italia soccomba alla crisi del debito e che l’Ue cada in una profonda recessione. Il loro rifiuto di pensare e agire responsabilmente ha un effetto deleterio su i mercati di tutto il mondo.

dal New York Times di oggi, venerdì 11 novembre

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