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In Diretta dalla Sardegna e non solo il 10 Novembre, Giornata del Popolo Sardo, che è già  sveglio.In Italia.


Il 10 Novembre è la giornata del “Popolo Sardo”, figurarsi quanto sarà interessato il nostro Parlamento e i Media ma siccome non possiamo fare niente in queste Giornate, si tenta di passare le informazioni che sono arrivate a partire da questa: “…Il 10 Novembre a Cagliari, non sarà “mera protesta”, nè rivendicazione politica di sorta. Ma qualcosa di più profondo. Qualcosa che si interseca col pensiero che sta muovendo moltitudini di civili indignati dal nord al sud dell’Italia. Persone che hanno deciso di fare politica “dal basso”, promuovendo azioni condivise per cambiare il corso delle cose e per affermare i propri diritti. Gente comune che ritenendo d’esser stata tradita dalla politica, decide di non delegare più il proprio futuro a chi ha già fallito. Così succede in Val di Susa e così succederà in Sardegna. …I sardi sono già svegli, ma la politica non l’ha ancora capito.I cittadini saranno in piazza non per semplice protesta ma proprio per portare avanti politiche “dal basso” decisi a rivendicare i propri diritti traditi dalla politica….”

“… 7 Novembre ore 11: inizia lo sciopero della fame ad oltranza delle donne sarde davanti al consiglio regionale. Ancora una volta in Sardegna le donne si fanno carico dei problemi delle famiglie e delle aziende con questa protesta pacifica che si concluderà solo quando il Consiglio regionale adotterà le misure necessarie per risolvere un drammatico stato di crisi.La legge che permette di fronteggiare questa emergenza esiste, è una legge dello Stato Italiano, inscritta nella Costituzione, identificabile con l’articolo 51 dello Statuto speciale che prevede:“La Giunta Regionale, quando constati che l’applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manifestamente dannosa all’Isola, può chiederne la sospensione al Governo della Repubblica, il quale, constata la necessità e l’urgenza, può provvedervi, ove occorra a norma dell’art. 77 della Costituzione“.

Il debito che le aziende agropastorali sarde hanno con le banche è immenso: 722 milioni di euro equivalenti al 45 per cento della produzione lorda vendibile ed interessa 1700 aziende delle 40mila complessive. Si tratta di piccole aziende agropastorali, concentrate nell’area meridionale della Sardegna. Questo problema ha radici antiche che risalgono al lontano 1988 quando la Regione Sardegna con la Legge 44 ha dato la possibilità a decine di migliaia di allevatori e agricoltori sardi di accedere a mutui agevolati per l’ammodernamento delle aziende per un totale di Undici miliardi di euro. Ovviamente gli interessati hanno sfruttato la possibilità di accedere ai finanziamenti indebitandosi con le banche. Nel 1997 l’Unione Europea decreta l’illegittimità della legge 44 e la Regione Sardegna chiede la restituzione di 31 milioni di euro a chi ha creduto nello Stato. Circa 200 aziende, incapaci di fronteggiare il debito vengono pignorate e vendute all’asta. Equitalia può pignorare in tempi brevissimi e così aziende costate sacrifici enormi ai proprietari vengono svendute, dal momento che si sa che i terreni agricoli sardi hanno scarso valore. Per l’acquirente magari la rivalutazione può presentarsi come un bel parco eolico o una struttura turistica nei terreni prossimi alle coste.In tutto questo disastro gli unici a non pagare il dazio degli errori commessi sono i politici.
Le aziende sarde pertanto si trovano a fronteggiare questo momento critico dell’economia globale penalizzate da debiti pregressi.Le famiglie non riescono a gestire le esigenze quotidiane, è una fortuna, dicono le donne, quando si riesce a dar sapore di carne ai fagioli, ma il cruccio maggiore per tutte è il futuro dei figli per l’enorme difficoltà e spesso l’impossibilità di permettere il completamento degli studi.Tutto ciò sarebbe di per sè scandaloso se non fosse che l’isola è creditrice nei confronti dello stato di ben 10 miliardi di euro che potrebbero venire utilmente impiegati per il rilancio dell’economia. Uno stato moroso e contemporaneamente usuraio! mPer dare una visibilità alla protesta le donne hanno indetto una conferenza stampa della quale riporto alcuni interventi: Claudia Aru partecipa allo sciopero per solidarietà alle donne che intraprendono lo sciopero. Claudia denuncia la situazione precaria delle donne in questo periodo di crisi dove il lavoro è spesso visto come antitetico alla famiglia. Franca Cabras viene dall’ogliastra e fa il pastore. Dice:“ho sempre vissuto in una terra il Gennargentu. I nostri padri hanno pagato la terra prima ai feudatari poi ai Savoia poi allo Stato Italiano. Ed ora mi ritrovo a dover pagare per quelle terre un’altra volta ad altra gente. Stiamo pagando le nostre terre da almeno un centinaio di anni, lavorandole cercando di camparci senza fare speculazioni. Nel Gennargentu non ci sono state speculazioni e speriamo che non ce ne siano mai. Adesso stiamo stretti, impediti in ogni modo di portare avanti il nostro lavoro e di godere di quel poco che ci hanno lasciato i padri per una serie di meccanismi incomprensibili. L’unico risultato è che noi stiamo stretti in una terra immensa di 18mila chilometri quadrati, dove potremmo vivere benissimo. Se frazionassero questa terra ci spetterebbero 10 ettari a testa, fino all’ultimo nato. Eppure oggi noi non riusciamo a campare. Ho 4 figli e a disposizione 10 ettari di terra; sto cercando di campare ma oggi è IMPOSSIBILE.Quanto viviamo è conseguenza di un sistema, siamo attaccati da ogni parte. Ciò che diciamo oggi è per non morire e far morire di fame domani i nostri figli. Lo sciopero della fame oggi è per dimostrare che si sta andando in quella direzione. Ai miei figli oggi non posso insegnare come si coltiva o si alleva perchè farei il loro male. Oggi il futuro dei nostri figli non è più nelle nostre mani, non sappiamo più cosa augurarci.Quindi tutti insieme per salvare questa terra, potremmo stare veramente bene”.L’ultimo intervento è di Claudia Zuncheddu che si è fatta promotrice della proposta di applicazione dell’articolo 51 al consiglio regionale. Il 10 Novembre è la giornata del “Popolo Sardo”. I sardi sono già svegli, ma la politica non l’ha ancora capito.I cittadini saranno in piazza non per semplice protesta ma proprio per portare avanti politiche “dal basso” decisi a rivendicare i propri diritti traditi dalla politica. Questa è la pagina dell’evento: www.facebook.com/event.php?eid=274905519216769

Ma non ho finito. E’ la volta dell’ amica Mariella Murgia, con alcuni video da lei montati come spesso riesce a fare e molto bene, mi scrive ed invia su Facebook:

NO RADAR SARDEGNA – NISCEMI 29/10/2011: GIORNATA DI MOBILITAZIONE NO MUOS

Giornata di mobilitazione NO MUOS a Niscemi 29 Ottobre 2011 – Manifestazione Corteo e Sit In alla base militare contrada ULMO
Realizzazione video Mariella Murgia.

NO RADAR SARDEGNA – NO MUOS NISCEMI: ASSEMBLEA CITTADINA 29 OTTOBRE 2011

Se uno sogna da solo è un sogno. Se molti sognano insieme è l’inizio di una nuova realtà. (Alce Nero)


I volti del NO MUOS

Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri, non dimenticare il cibo delle colombe. Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri, non dimenticare coloro che chiedono la pace. Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri, coloro che mungono le nuvole. Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri, non dimenticare i popoli delle tende. Mentre dormi contando i pianeti , pensa agli altri, coloro che non trovano un posto dove dormire. Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri, coloro che hanno perso il diritto di esprimersi. Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,e dì : magari fossi una candela in mezzo al buio. Dalla sua ultima raccolta “Kazahri al-Lawzi aw Ab’ad” (Come il fiore di mandorlo o più lontano) Montaggio video a cura di Mariella Murgia.

E ancora lei con Io sono: “Dedicato alle DONNE Rosalba, Libera, Maria Luisa. Bettina, Claudia, Franca in digiuno a oltranza sotto la sede del Consiglio regionale a a Cagliari, per risolvere la “piaga di Equitalia che tanto male ha fatto alla Sardegna”, chiedono l’applicazione dell’art.51 dello Statuto speciale sardo,che permetterebbe la sospensione delle cartelle Equitalia, delle Aste, degli Sfratti.”

Continuate pure a fare i vostri Giochi, a terrorizzarci con le manovre più infami al ribasso, per noi lottare non solo è un diritto ma è un piacere ritrovato. In Italia.

Doriana Goracci

È una notte in Italia che vedi
questo taglio di luna
freddo come una lama qualunque
e grande come la nostra fortuna
la fortuna di vivere adesso
questo tempo sbandato
questa notte che corre
e il futuro che arriva
chissà se ha fiato.

È una notte in Italia che vedi
questo darsi da fare
questa musica leggera
così leggera che ci fa sognare
questo vento che sa di lontano
e che ci prende la testa
il vino bevuto e pagato da soli
alla nostra festa.
È una notte in Italia anche questa
in un parcheggio in cima al mondo
io che cerco di copiare l’amore
ma mi confondo
e mi confondono più i suoi seni
puntati dritti sul mio cuore
o saranno le mie mani
che sanno così poco dell’amore.
Ma tutto questo è già più di tanto
più delle terre sognate
più dei biglietti senza ritorno
dati sempre alle persone sbagliate
più delle idee che vanno a morire
senza farti un saluto
di una canzone popolare
che in una notte come questa
ti lascia muto
È una notte in Italia se la vedi
da così lontano
da quella gente così diversa
in quelle notti
che non girano mai piano
io qui ho un pallone da toccare col piede
nel vento che tocca il mare
è tutta musica leggera
ma come vedi la dobbiamo cantare
è tutta musica leggera
ma la dobbiamo imparare.
È una notte in Italia che vedi
questo taglio di luna
freddo come una lama qualunque
e grande come la nostra fortuna
che è poi la fortuna di chi vive adesso
questo tempo sbandato
questa notte che corre
e il futuro che viene
a darci fiato.
(Una notte in Italia Ivano Fossati)

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