Site icon archivio di politicamentecorretto.com

I conti di Berlusconi non tornano

di Antonio Di Pietro

L'ultima volta lo abbiamo bocciato; ora, pensando di piegare la matematica alle convenienze, ci presentano di nuovo un conto che non torna: e voteremo no. Ma sarà interessante vedere i numeri che Berlusconi riuscirà a ottenere. Sulla situazione politica, vi riporto la mia intervista sul Corriere della Sera di oggi.

Sul rendiconto, anche un'eventuale mancanza di maggioranza non comporta necessariamente conseguenze per il governo.
Però, sul piano politico, avere o non avere 316 voti di maggioranza fa una bella differenza. Berlusconi certo non ha intenzione di dimettersi; sarebbe il Parlamento che, per manifesta impossibilità di lavorare, dovrebbe sfiduciarlo. Abbiamo appena avuto la dimostrazione di come anche l'ipotesi di un'uscita di scena di Berlusconi dia ai mercati un impulso di ripresa e credibilità.

Si riferisce all'andamento della Borsa dopo che alcuni organi di stampa hanno diffuso la notizia che il presidente del Consiglio si sarebbe dimesso, e alla successiva virata dopo la smentita?
Oggi (ieri, ndr) c'e' stata una doppia operazione che ha favorito una sporca speculazione, e mi auguro che le autorità di controllo verifichino l'accaduto.

Nell'opposizione c'è chi ipotizza di porre una mozione di sfiducia.
Ora come ora.. sarebbe necessario avere un quadro chiaro, sapere che anche parte della maggioranza la appoggerebbe in modo strutturale, non con il metodo “a chi offre di più”. Ci vorrebbe un'operazione politica rispettabile come Futuro e libertà. Non ci si può mica basare su singoli parlamentari che si aggirano come sbandati alla ricerca di un tozzo di pane.

Invece è favorevole a un governo tecnico, o di emergenza.
Il nostro obiettivo è ridare alle istituzioni un governo eletto dai cittadini. Anche perché questo Parlamento non garantisce governabilità, e non è che invertendo l'ordine degli Scilipoti la situazione possa cambiare: avremmo comunque una maggioranza risicata e perciò non in grado di operare. Detto questo, se si arrivasse a un esecutivo tecnico o simile, certamente non gli daremmo fiducia al buio.

Spieghi le sue condizioni.
Dovrebbe trattarsi di una soluzione transitoria breve, per arrivare al massimo a primavera; dovrebbe produrre una nuova legge elettorale fondata sull'esito del referendum; e dovrebbe garantire una manovra economica che, fermi restando i saldi che ci chiede la Ue, imponga i sacrifici a quel 10% di italiani che detiene il 60% della ricchezza, e non viceversa.

Chi potrebbe guidare la transizione?
Il problema è che finora le soluzioni in materia economica hanno avuto un'impostazione da macelleria sociale. E non è che, se ce le presenta qualcun altro, noi le votiamo. Per esempio, abbiamo il massimo rispetto per Mario Monti; ma non sosterremmo una faccia pulita per condurre un'operazione sporca.

Nel merito, che cosa propone per evitare la 'macelleria sociale'?
Intanto, la politica dovrebbe dare il buon esempio, tagliando costi, sprechi, incarichi… Certamente non ci piace il programma della Bce; mentre vorremmo, fra l'altro, tagli alle spese militari e per le missioni all'estero, contributi di solidarietà per gli scudati fiscali, accordi con la Svizzera per un prelievo patrimoniale che tuttavia garantisca l'anonimato.

Le sembra verosimile che un governo transitorio possa varare una nuova legge elettorale?
No. Né, come dicevo, avrebbe forza per governare: per questo vogliamo andare alle urne presto.

Con questa legge elettorale?
Vuol dire che ci impegneremo a cambiarla con la prossima legislatura.

Exit mobile version