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Governo ai titoli di coda, siamo pronti per il dopo Berlusconi ma bisogna stare attenti ai poteri forti

Sul governo scorrono i titoli di coda. Il Berlusconi IV – un bruttissimo film dell’orrore – sta per sfumare. Solo il presidente del Consiglio e qualche irriducibile fedelissimo provano ancora a negare l’evidenza, a dire che la maggioranza esiste ancora. “Abbiamo numeri certi”, ha detto oggi Berlusconi. Evidentemente si riferiva ai numeri di telefono dei parlamentari del Pdl in fuga, che sta disperatamente chiamando in queste ore nell’illusione di allungare con una telefonata la vita a un governo morto da tempo.

La verità è che in tanti disertano, e non si nascondono nemmeno più. Illustri sconosciuti e pezzi grossi come Beppe Pisanu, che oggi ha di fatto celebrato il suo passaggio nel Terzo Polo. Insomma, ormai è solo questione di tempo: il governo può ancora vivacchiare un po’, magari grazie al ripensamento di qualche transfuga riconvertito alla causa con opportune promesse, ma è evidente che ha i giorni contati. Il dopo Berlusconi è già cominciato, sarà il Capo dello Stato a indicare la strada da seguire, ma una cosa deve essere chiara: o si va al voto subito, e sarebbe la soluzione migliore, oppure se si fa un governo d’emergenza deve essere un governo che segni una rottura netta con Berlusconi, di breve durata e con il mandato preciso di rimettere a posto i conti e, magari, cambiare le legge elettorale.

Per essere chiari, l’IdV non è nemmeno lontanamente disponibile a un governo Alfano o a un governo Letta, che sarebbero solo la copia carbone dell’attuale pessimo governo. Detto questo, aggiungo anche che qualsiasi ipotesi andrebbe comunque valutata sulla base delle persone e del mandato. Mi spiego: un governo non legittimato dal voto popolare può e deve solo occuparsi di riscrivere la legge elettorale e prendere le misure necessarie per evitare all’Italia di affondare nel vortice della crisi, senza pensare però di far cassa accanendosi ancora una volta sulle fasce sociali più deboli. Su questo non si tratta: bisogna chiedere a chi ha di più e a chi non ha mai dato, non a lavoratori, famiglie, pensionati e risparmiatori già spremuti oltre il limite. Non c’è Bce o Fmi che tenga, serve giustizia sociale e non macelleria sociale.

Ho sempre avuto paura di affidare il governo di un paese moderno ai tecnocrati, perché ritengo che la politica debba fare per intero la sua parte. Penso che i poteri forti siano sempre dietro l’angolo, a destra e a sinistra, vogliono continuare a comandare per perpetuare se stessi. Se non ci sarà un governo in cui la società italiana si senta rappresentata con dignità e competenza, molto meglio ritornare subito al voto, superando ipocrisie e tatticismi.

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