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Studenti pacifici, schedati come delinquenti

La redazione IDV

Alla fine la protesta pacifica (seppur non autorizzata) degli studenti contro la decisione del sindaco di Roma, Alemanno di vietare i cortei nel centro della città, si è risolta con un accordo raggiunto grazie anche all'intervento di alcuni esponenti politici dell'opposizione – tra i quali Stefano Pedica e Giulia Rodano dell'Italia dei Valori – e la polizia. I ragazzi sono stati fatti uscire a piccoli gruppi dal piazzale antistante la stazione Tiburtina. Questa l'intesa trovata per sciogliere il presidio.
Tutto si è risolto, ma la protesta ha avuto anche momenti di forte tensione, con i poliziotti che hanno caricato gli studenti, e con questi ultimi che denunciavano le forze dell'ordine di tenerli sotto sequestro: “Non solo ci stanno trattenendo qui da stamattina, ma ora ci dicono che per potercene andare ci devono identificare tutti”.

Da rilevare, tuttavia, che man mano che i ragazzi defluivano dalla zona venivano filmati e questo significa che comunque saranno identificati. E siccome sono stati commessi degli illeciti, arriveranno anche le sanzioni. Ieri, infatti, il Questore aveva avvertito: “Scendere in piazza senza preavviso potrebbe esporre a responsabilità penali, civili ed amministrative”.

Un trattamento, quello riservato ai ragazzi, che non è piaciuto ai giovani dell'Idv: “Gli scontri odierni presso la stazione tiburtina e la schedatura poliziesca degli studenti davanti alle scuole denotano il totale fallimento della strategia da struzzo di Gianni Alemanno, che vorrebbe vietare cortei e manifestazioni dopo il 15 ottobre. Oggi – ha dichiarato Rosario Coco, responsabile nazionale Cultura e Istruzione per i Giovani dell'Italia dei Valori – migliaia di ragazzi pacifici e con le mani in alto hanno espresso il loro dissenso e si sono scontrati contro una repressione da stato poliziesco, frutto di una gestione senza senso dell'ordine pubblico di cui Maroni e Alemanno sono i primi responsabili”. Per Coco “le manifestazioni e i cortei pacifici vanno garantiti ed è pericoloso pensare di poter reprimere in tal modo gli spazi del dissenso”.

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