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CARCERI: Lisiapp, Aggressioni violente e nevrosi per disagio lavorativo, questa è la polizia penitenziaria.

“Manna , ennesimo gesto estremo di un agente in servizio ad avellino,
riporta le carenti e precarie condizioni che operano i poliziotti.”
Apprendiamo in queste ore che il Capo del Dipartimento
dell’Amministrazione Penitenziaria Franco Ionta abbia disposto una
speciale commissione sui fenomeni dei suicidi dei poliziotti. Bene ha
fatto il responsabile di largo Daga commenta Mirko Manna segretario
generale del Libero Sindacato Appartenenti Polizia Penitenziaria
LISIAPP , ma ci chiediamo , dovevano aspettare il 7 morto suicida
dell’anno per avviare una qualche commissione che si occupi del
disagio oppure forse bastava attuare come chiediamo da molto tempo
l’istituzione dei centri di ascolto tanto sbandierati ai quattro venti
e poi dissolti nel nulla. Certo due suicidi in due settimane fa rumore
ma sette in 10 mesi forse non scuote le coscienze istituzionali
dormienti . Purtroppo quello che è certo che nella giornata di oggi
piangiamo un altro collega, che era rimasto solo, forse con un aiuto
di specialisti del settore come quelli previsti dai centri di ascolto
si potevano evitare tanti gesti estremi. Molte volte il turno di
lavoro di un agente di polizia penitenziaria dovrebbe essere di sei
ore. Spesso è di otto, se non di dieci. Un’ora di straordinario è
pagata il 25% in meno rispetto a un’ora normale e capita di lavorare
anche per più di un turno consecutivo al giorno: si è arrivati a 18,
20, 22 ore di fila per uno stipendio medio di 1200 euro mensili. In
Italia, negli ultimi dieci anni, si sono verificati quasi 91 casi di
suicidio, oltre ad episodi come il burn-out, “bruciamento”, ovvero
esaurimento nervoso. Il lavoro di agente penitenziario non è
considerato usurante. In tutto ciò, continua Manna è’ davvero
difficile trovare le parole non solo per commentare l’ennesima tragica
notizia di oggi, quant’anche per esprimere la nostra solidarietà alla
famiglia ed a tutti i colleghi. Troppo. Davvero troppo per non
chiedere con forza che si attivi, finalmente, quel progetto dei centri
di ascolto in tutte le strutture della polizia penitenziaria che, si
qui, latitano . Non intendiamo strumentalizzare queste tragedie, ma è
pur vero che l’incidenza di suicidi nel Corpo è davvero anomala e
pertanto ne vanno investigate le cause. Se è vero, come è vero, che è
scientificamente provato che la sindrome da burnout ha grande
incidenza nel Corpo sottolinea Manna ( tanto che sono centinaia le
unità che riportano patologie da stress e depressione) è
consequenziale affermare che il lavoro e le condizioni di lavoro sono
patogene. Abbiamo cercato, invano, di sensibilizzare il i responsabili
di largo Daga sulle afflittive e infamanti condizioni di lavoro dei
poliziotti penitenziari di prima linea. “Il loro silenzio sul tema
offende e indigna noi tutti appartenenti alla polizia penitenziaria”

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Li.Si.A.P.P.
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