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Se il Pd parlasse il linguaggio di Matteo Renzi sarebbe come sentire il rock

di Giampiero Mughini

Mi chiedo se l'elettore medio del Pd, e ammesso che esista un elettore medio di un partito talmente grande e contraddittorio, sia più attento e interessato quando parla Pier Luigi Bersani oppure quando parla il sindaco di Firenze, quel Matteo Renzi che ha 36 anni. Non che io abbia nulla contro Bersani, meno che mai che io sia convinto che bisgona “rottamare” i politici che hanno un lungo curriculum alle spalle. Winston Churchill non era un ragazzo quando vinse la guerra contro i nazi. Charles de Gaulle non era un ragazzo quando diede l'Algeria agli algerini. Alcide De Gasperi non era un ragazzo quando tirò fuori l'Italia dalle tragedie della Seconda guerra mondiale. Epperò un dato è certo. Se state a sentire Bersani è come se ascoltaste una musica dell'Ottocento; se state a sentire Renzi è come se ascoltaste del rock.

Non sono un elettore del Pd e dunque non avrei il diritto di mettere becco. Epperò se ascolto Bersani, già un quarto d'ora prima so che cosa dirà e confesso che mi interessa poco perché non c'è nulla da masticare in quello che dice. Cose tanto decenti quanto ovvie. “Se ne vada”, lanciato in faccia a Berlusconi. Lo avrò sentito mille volte. Alla prossima mi appisolo. Ascolto Renzi, ed è tutt'altra musica. Non che il sindaco fiorentino abbia scoperto la teoria della relatività, però quello che dirà non lo sai un quarto d'ora prima. Lo ascolti, lui ti stuzzica, qualche volta ti sorprende, lo capisci che sta parlando dell'Italia in cui viviamo oggi e non di un presepe buono per l'elettorato convenzionale della sinistra. Da sindaco di Firenze è stato pragmatico, efficace, accattivante. Quando parla di politica in generale non ti addormenta con le espressioni collaudate da trent'anni. E' come se si affacciasse sul balcone della contemporaneità sotto il quale c'è il vuoto. ne ha il coraggio. Se parla di pensioni, te lo dice che non è possibile dare a un pensionato più di quello che lui ha versato di contributi. Non è proprio possibile, e tanto più che questo signore vivrà beato lui sino a 85 anni. Se ti parla di sinistra e di destra, te lo dice che questi confini non sono quelli di mezzo secolo fa. Se ti parla del casino italiano contemporaneo, te lo fa capire ch non è una faccenda semplice e che nessuno ha delle ricette in tasca bell'e pronte.

Che succederebbe se uno così si presentasse alle primarie del Pd a sfidare Bersani o chi per lui? Leggo le risposte di Bersani o chi per lui alle provocazioni di Renzi. Acqua fresca, mi appisolo. Può darsi che a quelle eventuali primarie un Bersani o chi per lui vinca e stravinca, perché l'elettorato medio del Pd è più affine a lui che a un ragazzaccio discolo e orgoglioso come Renzi. Non sono affatto sicuro che l'Italia nel suo complesso, ivi compresa dunque quella parte dell'elettorato ex di centtro-destra che non ne può più del berlusconismo comunque cotto e apparecchiato, sia di questo avviso. Perché la questione è semplice semplice. O si rompono le abitudini collaudate della politica o l'Italia va in pezzi assieme alla Grecia. Avessi cinque euro, li punterei su Renzi.
31 ottobre 2011

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