Il Tg de La7, presentando lunedì sera i risultati del suo ultimo sondaggio, ha cercato di spiegare il balzo in avanti del Popolo della libertà e il vistoso arretramento del Partito democratico come effetto dell’ennesimo tentativo a vuoto di far cadere il Governo in occasione del voto di fiducia. Ha sostenuto che rappresenta la solita corsa “sul carro del vincitore”.
Questa analisi, tra il sociologico e il politico, non sembra soddisfacente. Il campione degli intervistati che rispondono ai quesiti sulle intenzioni di voto non sono generalmente persone che “saltano sul carro del vincitore”. Registrano, più o meno fedelmente, sensazioni e orientamenti che derivano dai fatti. E i fatti sono che le opposizioni hanno cercato un’altra volta di far cadere il Governo e la rimozione di Berlusconi senza motivazioni. Un po’ poco per dimostrare di avere un progetto alternativo credibile. Un po’ poco per spingere gli elettori a scegliere un’ipotetica coalizione guidata da Bersani, che ancora non sa quale maggioranza assembleare. Adesso Bersani dovrà giustificare il calo di consensi, cullandosi nella proposta di D’Alema di dare vita a una coalizione con l’Udc per arrivare al 60%.
Così il Pdl e la Lega, i due maggiori partiti di maggioranza, hanno entrambi incrementato i propri consensi, rispettivamente al 27% (+0,4%) e al 9% (+0,3%). Viceversa il Pd ha perso lo 0,5%, retrocedendo al 26,1%. In calo anche l’Idv, scesa al 6,2% mentre l’Udc, perdendo lo 0,4%, si è fermata al 6,4%, lontana dalla soglia del 7% che aveva raggiunto qualche settimana fa: forse a causa dei troppi scambi di simpatie con Bersani. Il partito di Vendola e quello di Grillo hanno aumentato i consensi, ma si tratta di due partiti che non sono rappresentati in Parlamento. Il Terzo Polo, tutte le sigle sommate, non si è mosso dal totale della scorsa settimana, restando in attesa di qualche evento straordinario per decollare.