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Il mio corpo è la mia prigione – Alessandro Manzella

Il blog è ritornato dalla famiglia Manzellla. Alessandro Manzella mi aveva scritto qualche mese fa: “Sono un ragazzo 34enne disabile gravissimo tracheostomizzato, paralizzato a letto da quasi 23 anni; da qualche anno anche i miei occhi azzurri si sono spenti (non vedono più) e il mio fedele compagno di vita è un respiratore che accompagna le mie lunghe giornate praticamente 24 ore su 24. Le scrivo questa mail per renderla partecipe della mia folle situazione; sono stato abbandonato da tutti, dalle Istituzioni e da qualsiasi ente, comunale, Statale, Regionale preposta al mentenimento del benessere e dello stato di salute della persona disabile. Non esiste alcun contributo economico versato a chi quotidianamente, amorevolmente mi assiste, ovvero i miei genitori…(video).“.
Speravo che la precedente denuncia avrebbe migliorato le condizioni di Alessandro, invece le ha peggiorate. Nella migliore tradizione della burocrazia italiana.

Intervista alla famiglia Manzella:

Nessuna cura vitale (espandi | comprimi)
Il padre Antonio- Carissimi amici di Beppe Grillo, dopo l’ultima volta che ci siamo sentiti, all’incirca 7/8 mesi fa, dove avete conosciuto la storia di mio figlio, torno a parlare dello stesso problema, si pensava che qualcosa fosse cambiato e se devo essere sincero è cambiato tutto in peggio, perché gli avversari sono duri,ma molto duri, probabilmente l’hanno presa come una roba personale, non da risolvere, ma da stroncare. Ecco a voi trarre le conclusioni di questa triste faccenda, ma penso che la triste faccenda non sia per noi, ma per queste persone che fanno del male soprattutto a mio figlio, perché non lo merita.
Nel video precedente si denunciava la mancanza del pneumologo sul territorio, la mancanza di un otorino per il cambio della cannula di Alessandro, la mancanza dell’infermiere e la mancanza di prelievi venosi, di tutte queste robe vitali per Alessandro non ne è arrivata una, perché per quanto riguarda la cannula continuiamo a cambiarla noi, l’infermiera non esiste, prelievi venosi non se ne fanno e per quanto riguarda il pneumologo è incinta e non viene sostituita e Alessandro naturalmente delle visite di un pneumologo ha bisogno spesso e volentieri, questo è quanto.
In data primo giugno 2011 sono stato invitato a firmare un protocollo sull’assistenza domiciliare per mio figlio Alessandro, erano presenti i caposettore del servizio sociale di Padova il Direttore del distretto 2, il Direttore dell’Ira, il mio medico di base e a rappresentare i genitori c’ero io. Il protocollo consiste in: svariate operazioni che ci hanno assicurato. Intanto si impegnavano per due ore al giorno dal lunedì al sabato per tutto l’anno, le loro mansioni erano le seguenti: igiene della persona e vestizione, taglio delle unghie con forbice, rasatura barba con rasoio monouso, lavaggio dei capelli e periodico taglio, depilazione del corpo, riordino di camera e bagno, esecuzione terapia endovenosa e eventuali terapie parentelari, prelievo venoso e eventuali medicazioni. Di tutto questo elenco fanno solo: igiene della persona, taglio delle unghie, rasatura della barba e stop, non fanno più niente, come scusante non sono in grado di eseguire le altre mansioni, anche se hanno firmato il contrario.
Nel protocollo è anche specificato il periodico cambio catetere, che significa all’incirca ogni 20/30 giorni, per conoscenza di tutti gli amici del nostro caro Grillo, vi comunico che il distretto di nostra appartenenza non è in grado di effettuarlo e noi lo facciamo cambiare a un nostro carissimo amico, anzi è diventato carissimo amico dell’ospedale di Padova che lo fa personalmente, quindi si sono lavati le mani anche nell’esecuzione di una pratica che per Alessandro è vitale.
Dopo 10 giorni dalla firma di questo protocollo, la responsabile degli infermieri che doveva passare le consegne, ha stoppato il tutto per incapacità del personale che gli era stato affiancato di svolgere dette mansioni, a questo punto aspettiamo ancora il personale idoneo a fare questo servizio
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Firmato e dimenticato (espandi | comprimi)
La madre Anna- La famiglia è tenuta a assicurare collaborazione e presenza in casa, presupposti indispensabili in assenza dei quali l’Adimed non può essere attivata, hai capito?
Dopo la guerra che continua instancabile nei confronti di Alessandro e anche noi, hanno fatto un verbale, e quasi da due anni, circa, che stiamo aspettando qualcosa. Cercherò di essere breve, ma leggere qualcosa, perché è talmente sconvolgente perché i signori che hanno sottoscritto e firmato questo, vogliono eseguire un omicidio colposo!
Gli infermieri del Siad eseguono all’utente un clistere evacuativo come da prassi secondo procedure, a quel punto gli infermieri riterranno concluso il loro intervento domiciliare”, questo sarebbe un intervento domiciliare di circa due minuti, dopo quei due minuti gli infermieri se ne vanno, lasciano Alessandro con un litro e mezzo di acqua nell’addome e dopo? Loro proseguono: “Successivamente l’Oss potrà posizionare Alessandro in comoda, attenendosi rigorosamente alle procedure e utilizzando gli ausili a norma, come disposto dal protocollo a suo tempo. Successivamente i genitori, se lo ritengono, sono liberi di intervenire personalmente con le azioni che ritengono più utili. L’operatore Oss contestualmente non essendo direttamente coinvolto nella fase dell’evacuazione e allo scopo di ottimizzare la gestione delle incombenze proprie, si occuperà dell’igiene dell’ambiente, provvederanno successivamente al completamento dell’igiene personale, nonché alla mobilizzazione di Alessandro con il sollevatore”. L’igiene personale, qui c’è talmente un grosso buco vitale, ok? Che ditemi voi se, se qualcuno lo capisce, dalla parte che un infermiere sta due secondi, se ne va, dopo a conclusione ma chi deve fare la conclusione? Chi deve fare il tutto dopo? Se noi vogliamo accettare questo, significa: uguale morte sicura per Alessandro, perché o hai al telefono il 118 se hai culo, oppure devi chiamare direttamente l’onoranza funebre. Vi dico una cosa ragazzi: due anni per aspettare questi tre pezzi di carta, questi signori pagati da noi cittadini, si saranno riuniti non so quante decine di volte, pagati con i nostri soldi, con le nostre tasse, per fare? Penso che questi tre fogli neanche ai tempi del nazismo, a Auschwitz, perché là tutto quanto era immediato, non ho parole. Ho denunciato il tutto il 4, ho denunciato alla Procura della Repubblica di Padova il 4 maggio, fino a oggi 19 settembre non ho avuto nessuna convocazione, nessuna risposta niente di niente, capisco che la giustizia sia un attimo in difficoltà, ma quando si ha a che fare con una persona disabile grave come Alessandro, non è una logica intervenire e a valutare e andare a fare qualche interrogazione di queste persone che hanno sottoscritto e sottofirmato questo?

Una vita appesa a un prestanome (espandi | comprimi)
Adesso c’è un’altra bella storia, perché a questo punto bisogna chiamarle, non so se storie criminali o storie inventate. Per quanto riguarda un operatore Oss cosa ha fatto il Comune di Padova? Il Comune di Padova avendo appaltato una cooperativa, la quale lavora per il comune, per questo caso hanno pensato bene di rivolgersi all’istituto di riposo per anziani di Padova, questo istituto di riposo per anziani che noi abbiamo accettato, perché abbiamo detto: “Probabilmente a noi non interessa chi, ma avere delle persone competenti, delle persone umane, delle persone con grande osservazione anche nei confronti di Alessandro”. Succede però, che qui esiste un prestanome che il Comune avendo una cooperativa si è affiancato all’Ira (Istituto di riposo anziani) e cosa fa l’Ira? Fa esclusivamente soltanto un prestanome, un prestanome di quelli che la Milena Galbanelli tra poco ci farà vedere per l’ennesima volta.
Questi signori senza nessuna responsabilità, anche se in questo pezzo di carta hanno scritto che avranno tutte le responsabilità, che qualsiasi problema c’è un numero di telefono, dove a questo numero di telefono risponde soltanto un usciere, un portinaio, tutto questo cosa succede? Che l’Ira ha interpellato una delle centinaia di cooperative esistenti a Padova, la quale ha iniziato a mandare del personale, eravamo arrivati a sei persone, che c’era talmente un caos e una confusione che non si ricordavano neanche cosa si doveva fare ad Alessandro.
Abbiamo chiesto, come ci era stato promesso in questo foglio, del personale ridotto sempre quello, ancora a tutt’oggi questo non esiste, pazienza questo, abbiamo scoperto pure che il personale, ne abbiamo già scoperti due, che dopo avere svolto in un altro istituto per anziani la nottata, il servizio notturno, direttamente si presentano qua da Alessandro, sbadigliando, assenti, perché me l’hanno confermato, quando ho visto che vedevo molto sonno, sbadiglio, ho detto: “Ma è successo qualcosa?”-“No, ho appena terminato la notte, ho dormito soltanto un’ora!
Alessandro – Sono stanco di tutta questa guerra che ci stanno facendo, non so perché su di me c’è tutta questa cattiveria, io spero che la smettano.

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