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Incidenti sul lavoro: il massacro infinito

di Antonio Di Pietro

Ogni giorno tre persone perdono la vita sul lavoro. Nel 2010, secondo i dati diffusi oggi in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, quegli incidenti sono stati 775.374 e le vittime, se per vittime si intendono solo i morti, 980. Sono cifre terribili. Ma la realtà è molto peggiore, perché in questo conto non sono compresi i lavoratori al nero, tra cui centinaia di migliaia di migranti, e nemmeno i morti per malattia, che sono ancora più numerosi di quelli morti per incidente. Le vittime del 2010, al netto dei lavoratori in nero, sono state un po' meno di quelle dell'anno prima. Però quest'anno le cose stanno andando pure peggio, e ancora abbiamo tutti negli occhi e nel cuore quelle cinque donne di Barletta, vittime non della fatalità ma della disperazione di molti e del cinismo di pochi. Ma questi conti non servono a niente: da anni e anni la strage sul lavoro resta sostanzialmente uguale, come uguali sono i discorsi retorici e ipocriti di tanti politici. Le leggi ci sono, quel che manca è la volontà di farle rispettare. Invece di parlare a vanvera, il ministro Sacconi dovrebbe moltiplicare i controlli e tagliare fuori dagli appalti e ditte che non rispettano al millimetro le regole di sicurezza e che invece oggi sono avvantaggiate perché risparmiando sulla sicurezza presentano preventivi più vantaggiosi di quelli delle aziende oneste. Questo governo fa da anni il contrario. Per questo le sue sono solo lacrime di coccodrillo che insultano le vittime di questo massacro infinito

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