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Rosati (Lisiapp), “il vice presidente si è impegnato a riferire le problematiche al sottosegretario Caliendo”

In Umbria come il resto del paese , si vive nelle strutture
penitenziarie e per gli uomini e le donne della polizia penitenziaria
una situazione di vera emergenza aldilà dei proclami e slogan di
gruppi extra-parlamentare che vogliono esclusivamente attuare un
provvedimento di amnistia o comunque liberare la maggior parte dei
detenuti anche fatta di delinquenti comuni.
L’incontro è stato promosso dal Lisiapp (Libero sindacato appartenenti
Polziia penitenziaria) dove era presente il Segretario generale
aggiunto Daniele Rosati per esporre al senatore Domenico Benedetti
Valentini vice presidente della seconda commissione giustizia tutto
ciò che sta vivendo il corpo della polizia penitenziaria.
La situazione in cui versano le strutture penitenziarie della regione
Umbria, sottolinea sempre Rosati , si ripercuote inevitabilmente sul
personale di polizia, in quanto siamo presenti ad una vera mancata
assegnazione di personale da parte del Dipartimento Dap a causa della
assenza di determinazione della pianta organica.
Rosati ha inoltre spiegato, “producendo anche a sostegno della propria
tesi documentazione e prove rilevanti, la grave penalizzazione che ha
subito la regione Umbria rispetto alle altre regioni italiane dalla
mancata assegnazione di personale nelle ultime movimentazioni di
personale di polizia Penitenziaria effettuate dal dipartimento già
dall’anno 2009 con il termine dei corsi di neo agenti 160°, 161°, 162°
e ultimo 163°”.
In effetti, Capanne risulta essere un carcere fantasma afferma Mirko
Manna leader numero uno del Lisiapp. In sostanza, l’istituto di
Capanne non figura nella determinazione delle piante organiche
(documento che definisce il numero di agenti che devono essere
assegnati all’istituto di pena) inserite nel decreto ministeriale del
2001. Il carcere perugino, viene da sé, non risulta nel provvedimento
dieci anni fa era in fase di realizzazione e quindi non funzionante.
Ai tempi infatti era ancora aperto il penitenziario di piazza
Partigiani lo stesso che il provveditore, logicamente, segnalò al Dap
per il decreto del 2001. Poi però nel 2005, come noto, le cose
cambiarono: Capanne venne inaugurato e il carcere di piazza Partigiani
chiuso. Ma al Dap ancora non se n’è accorto nessuno.L’errore del
dipartimento però – continua Manna – non si limiterà a danneggiare i
già vessatissimi agenti in servizio a Capanne, ma colpirà
indiscriminatamente ogni unità attiva all’interno di uno dei quattro
carceri umbri. Già, perché se fino a ieri i calcoli sballati erano
stati scevri di conseguenze, oggi la questione è ben diversa. Con il
dato di 531 agenti sufficienti a gestire i quattro carceri, il Dap ha
deliberato che in Umbria non c’è alcuna carenza di personale. Ergo:
dei 750 nuovi agenti pronti per essere assegnati ai vari penitenziari
del Paese neanche uno ne verrà trasferito in Umbria.
L’Incontro – Il senatore Domenico Benedetti Valentini è rimasto
esterrefatto di fronte alle delucidazioni del segretario del Lisiapp,
definire kafkiana la situazione sarebbe un commento veramente
calzante, se non altro che sorge il dubbio sulla buona fede dei
dirigenti del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, i quali sono
sembrati irremovibili durante l’ultimo incontro tenuto presso lo
stesso DAP, malgrado anche in quella occasione il segretario Rosati
aveva rappresentato la questione di cui sopra, per di più anche in
altre occasioni la stessa era stata descritta analiticamente con
diverse missive indirizzate al presidente Ionta e al Capo del
Personale consigliere Turrini Vita.
A pensar Male si fa peccato e noi siamo peccatori.
Il senatore Benedetti Valentini, si è comunque assunto l’impegno di
rappresentare la situazione come illustrata nell’incontro al
sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo, e l’incontro si
conclude con l’impegno del senatore ad informare appena avrebbe avuto
chiarimenti soddisfacenti e magari positivi.

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Li.Si.A.P.P.
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