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Quando Cgil e Confindustria sono d’accordo, c’è una “patrimoniale” a carico dei soliti contribuenti

Dopo la Cgil, che ha proposto una tassa sui “grandi patrimoni immobiliari”, ora anche Confindustria inserisce nei suoi “suggerimenti” al governo l’introduzione di una “imposta patrimoniale”. Molti hanno salutato una misura di questo genere come il mezzo per far pagare anche a chi ha di più e dunque ha trovato molti sostenitori in particolare nei partiti del Centro sinistra come il Pd e soprattutto Sel (non parliamo dei partiti della sinistra radicale).
L’ unico partito del Centro Sinistra che finora si è pronunciato contro è stato Italia dei Valori. Voglio qui dimostrare che entrambe queste proposte hanno un risultato comune: a pagare sarebbero sempre i soliti! Anzi sotto questo profilo la proposta Confindustria è un po’ più equa di quella della Cgil.
In tutti e due i casi viene colpito il patrimonio netto (immobiliare o no) delle persone fisiche: la proposta Cgil sulla quota che eccede 800 mila euro (con aliquote progeressive dallo 0,55% all’1,8%), quella di Confindustria oltre 1,5 milioni di euro con l’aliquota dello 0,15%.
Come si vede una famiglia di due insegnanti, che con sacrificio, avesse acquistato una casa di proprietà e che si trovasse ad ereditare dai genitori (a loro volta lavoratori a reddito fisso) un’altra abitazione si troverebbe sicuramente ed automaticamente colpito dalla tassa Cgil, con meno probabilità da quella di Confindustria.
Vorrei però farvi osservare quanto segue:
Vi sono in Italia, per ammissione dell’Agenzia del demanio, circa 2 milioni di immobili non censiti al catasto, cioè “fantasma”. E’ evidente che questi immobili non pagherebbero alcuna “imposta” o “tassa” patrimoniale!
I titolari dei grandi patrimoni (immobiliari o finanziari) non li tengono mai intestati alle persone fiische, ma li intestano a società appositamente costituite (spesso una società per ogni immobile) e quindi li nascondono in modo tale che non sono attribuibili a loro come persone fisiche. E’ evidente che questi patrimoni non pagherebbero alcuna “imposta” o “tassa” patrimoniale!
Secondo un recente studio della Banca d’Italia si trovano all’estero, dove vi sono stati costituiti in modo illegale, patrimoni (immobiliari e non) per una cifra che oscilla tra 124 e 194 miliardi di euro (anche dopo il rientro di quelli che hanno fatto ricorso al vergognoso scudo fiscale varato l’anno scorso). E’ evidente che questi patrimoni non pagherebbero alcuna “imposta” o “tassa” patrimoniale!
Ecco perché noi diciamo no a questo prelievo forzato che andrebbe ancora una volta a colpire i contribuenti onesti, quelli che si intestano tutto, che non ricorrono a furbizie per nascondere i loro beni al fisco o che addirittura li esportano clandestinamente nei paradisi fiscali.
Ecco perché la Camusso è stata pronta a proporre una tassa sulle grandi ricchezze. E’ una bandiera da usare mediaticamente: chi se ne importa se colpisce il ceto medio che non è iscritto al sindacato!
Ecco perché la Marcegaglia è stata pronta a proporre la patrimoniale: tanto i veri ricchi non la pagheranno!
In Paesi che non hanno il nostro livello vergognoso di evasione, l’imposta patrimoniale o la tassa sulle grandi ricchezze si possono applicare e colpiscono realmente i più ricchi. Non così da noi.
Per questo Italia dei Valori sta lavorando ad una proposta straordinaria giustificata da una situazione eccezionale, che può essere così riassunta:
Entro il 31 dicembre 2011:
i proprietari di immobili non censiti devono denunciarne l’esistenza;
I proprietari di partecipazioni in società che detengono immobili o capitali finanziari devono denunciarne le quote ad essi riferibili;
I dententori di immobili o altri capitali costituiti all’estero devono denunciarne l’esistenza.
A partire dall’1 gennaio 2012 agli eventuali beni che dovessero emergere e che, trovandosi nelle condizioni di cui sopra, non fossero stati denunciati dai loro proprietari, si applicano le norme previste dalla legge 109 del 1996, che ha introdotto il principio per cui il denaro, i beni immobili e le aziende appartenenti alla criminalità organizzata sono da restituire alla collettività, per un riutilizzo che abbia finalità sociali.
In altri termini, per i beni di cui sopra, vi sarà l’immediata confisca e la successiva vendita all’asta (se diversi dal denaro). In aggiunta si potrebbe prevedere anche il carcere immediato per chi ne aveva la titolarità.
Solo dopo un pacchetto di norme come questo l’introduzione di una imposta patrimoniale potrebbe essere proposta a carico di chi è realmente più ricco.

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