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E’ scesa ormai la sera a Panarea, senza Vip e senza Scuola da circa un decennio…

E’ il 16 settembre 2011 , leggo solo l’ inizio, il resto è andato distrutto, chissà perchè: “A Panarea da lunedì lezioni, all’apertura dell’anno scolastico, per i bambini dell’elementare e della media ancora in una casa privata, per il più piccolo della materna nella canonica della chiesa. Sono in tutto quindici gli scolari, undici alla materna e quattro all’elementare mentre altri tre si sono trasferiti con i familiari a Lipari. L’isola delle Eolie è rimasta l’unica nell’arcipelago senza un edificio scolastico….”
Ci pensa un’ amica di Facebook, che non conosco un granchè a raccontarmi, in data più vicina, cosa succede a Panarea, con un messaggio: “Carissima Doriana, le invio questo articolo per segnalarle quanto succede per ora a Panarea con l’indifferenza dell’amministrazione locale. Mi sono impegnata ad andare a parlare con il sindaco per dare risposte alle mamme…Grazie di cuore per l’attenzione”
Claudia Benassai collabora a Infomessina e per l’occasione…incessantemente scrive…: Il diritto all’istruzione negato. L’altra faccia di Panarea. L’ isola che salta alle luci della ribalta solo per la movida estiva.E infine:Panarea. I bimbi dell’isola dei vip ancora non hanno una scuola.
Mi diletto dunque a trovare altro…Così accade che il 9 ottobre 2002 campeggia questo titolo: ISTRUZIONE: BIMBI DI PANAREA SENZA SCUOLE, APPELLO A MINISTRO Palermo, 9 ott. (Adnkronos) – Sono costretti ad usare strutture private, non idonee e senza le caratteristiche di un vero e proprio plesso scolastico. Sono i bambini di Panarea, una delle isole dell’arcipelago Eoliano che, anche quest’anno, si ritrovano senza una vera e propria scuola. L’allarme è stato lanciato dall’associazione ”Ama Panarea” che ha illustrato la difficile situazione dei bambini residenti sull’isola. ”I nostri piccoli -ha denunciato l’associazione in una nota- non hanno nemmeno un insegnate d’inglese ed una palestra dove poter praticare attività sportive. Facciamo appello al ministro Moratti, al sindaco di Lipari ed al prefetto affinchè si possa avere a disposizione una vera e propria scuola, anche una struttura prefabbricata ecologica, nel rispetto della salvaguardia dell’ambiente”.
Eccoci a venerdì, 10 ottobre 2008: PANAREA, SCUOLA SENZA TELEFONO PANAREA – Proteste nell’isola da parte dei genitori. La scuola oltre che collocata in un appartamento privato, da mesi è anche priva del collegamento telefonico. I genitori hanno richiesto al Comune di Lipari di ripristinare la linea telefonica.

Poi al 15 settembre del 2011 Panarea:la canonica sede della scuola materna

Per l’elementare e la media a scuola ancora nella casa privata, per la materna nella canonica della chiesa. Per la scolaresca dell’isola dei vip, il calvario è destinato a continuare ancora per un anno. I diciotto scolari (undici allamaterna, quattro all’elementare mentre tre si sono trasferiti con i familiari a Lipari e tre alla media, o meglio al Cpe – Centro Preparazione Esami – di Panarea hanno anche rischiato di perdere la casa, perché il contratto di locazione stipulato dal Comune di Lipari con la famiglia Tesoriero è pure scaduto e c’è voluta una certa mediazione per ottenere una proroga di un anno. Da lunedi’ prossimo, allorquando nell’isola delle Eolie inizierà il nuovo anno scolastico, si usufruirà degli stessi locali. Panarea, 300 abitanti invernali che nel periodo estivo diventano anche 5 mila, l’isola prescelta dal ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo, in realtà è rimasta l’unica isola delle Eolie senza un edificio scolastico, degno di questo nome. La giunta comunale negli anni passati aveva incaricato l’architetto Rosanna Galletta (componente dell’equipe che aveva redatto il piano regolatore) e dopo una parcella di 45 mila euro è stato presentato l’elaborato. L’area era stata indicata, ma in questo arco di tempo dei privati hanno acquistato una parte del terreno riuscendo anche ad realizzare un fabbricato. “A parte questo caso – ha spiegato l’assessore alla pubblica istruzione Ivan Ferlazzo – l’area rimasta è adeguata ad ospitare il nuovo edificio scolastico, il problema sono i quattrini che non ci sono e occorre almeno un milione di euro. La richiesta del finanziamento è già stata inoltrata alla Regione”. Sulla situazione di Panarea è intervenuto anche il parroco Lio Raffaele: “I pochi alunni che vi sono testimoniano la difficile realtà invernale dell’isola – ha commentato – anche i genitori vanno via. Nell’isola non c’è lavoro invernale e allora in molti si trasferiscono a Lipari o in provincia di Messina. Almeno li non restano isolati per più giorni. In tutti i sensi…”.

Panarea. I bimbi dell’isola dei vip ancora non hanno una scuola
I paparazzi sono andati via e con loro attori, cantanti e personaggi politici. Cala il sipario in un isola dove non è tutto oro quello che luccica. Le scuole ormai sono iniziate in tutta Italia e, per i piccoli studenti panarellesi, anche per quest’anno, dovranno affrontare le fatiche scolastiche sotto un tetto di una casa concessa da un privato, in attesa dal tanto agognato sogno di vedere realizzata una scuola sull’isola. Un sogno, sì, perché in tempo di crisi, il diritto all’istruzione si veste in modo precario e malconcio e adotta soluzioni provvisorie al di fuori di ogni principio costituzionale che si rispetti. Ma procediamo per gradi. Nell’iconografia tradizionale, scuola significa edificio, lavagne, norme di sicurezza, spazi ludico ricreativi. Ebbene, nell’arcipelago eoliano, la campana non suona, le porte sono fatiscenti, l’aria risente dell’odore nauseabondo che emanano i muri umidi, l’educazione fisica non è contemplata perché non c’è lo spazio dove praticarla e i Pc che dovrebbero essere utilizzati per l’informatica sembrano una catasta da mausoleo. Accessori superflui o condizioni minime necessarie? La domanda sorge spontanea. Il secondo problema è legato alla maestra. Una sola, ma questo è comprensibile, l’unico elemento che desta preoccupazione è la provvisorietà del suo mandato. L’attuale insegnante rimarrà forse una settimana, perché la cattedra pare debba essere assegnata in maniera definitiva. Intanto, tra provvedimenti inesistenti, le mamme di Panarea non minacciano battaglie o scioperi ma, in modo composto, si augurano solo che qualcuno sia disposto ad abbracciare la loro causa. Maria Celeste Castro, mamma di due bambini, Matteo e Paolo di sei e sette anni ha esternato il suo rammarico per l’attuale situazione: “I nostri bambini, sono uguali a tutti i bambini d’Italia. Esiste un diritto chiamato pari opportunità, ed esiste anche uno stanziamento per costruire l’edificio scolastico, credo quindi che metà della battaglia sia vinta, ora c’è bisogno di qualcuno che abbracci l’altra parte della battaglia per realizzare un edificio. Vogliamo solamente sensibilizzare l’opinione pubblica, perché vivere su un isola non dovrebbe significare essere isolati dello Stato, dai pubblici interventi e la questione si fa più viva se si pensa che l’isola di Panarea gravita di esponenti politici”. Tre bambini alla scuola materna, cinque alle elementari e due alle scuole medie hanno nomi e volti e il segno di un diritto che gli è negato, il diritto all’istruzione. Questa gravosa situazione si affianca, d’altro canto, alla mancanza di spazi ludico-ricreativi, e se la realizzazione e la pianificazione di questi cadrà nel bidone delle opere mai compiute, i bambini avranno come unico svago la televisione. Non resta che sperare rievocando Karl Popper che questa non sia “ una cattiva maestra” o ancora meglio che qualcuno si ricordi di quest’isola sperduta in mezzo al mare e dimenticata dalle istituzioni. Il sindaco di Lipari, Mariano Bruno, ha precisato che il piano regolatore è stato già pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Esistono quindi i fondi, circa 750.0000 euro per realizzare la scuola. Unico inconveniente – ma sembra un ostacolo enorme- rivedere l’area dove innalzare l’edificio. Sì, perchè quella individuata in passato dal comune è stata acquistata da un privato ad un prezzo superiore da quello offerto dall’Ente pubblico. Un gioco al rilancio e speculativo che fino ad ora ha solo mortificato i piccoli studenti dell’isola che siedono tra un banco precario e uno spazio, sicuramente, non a misura di bambino. La soluzione paventata dal primo cittadino è quella dell’esproprio “Se avrò le armi per poter aggredire quella zona io la farò: il comune dovrà espropriare”. Il Comune? E chi sarebbe? Un Ente astratto? A quali “armi” si riferisce il primo cittadino, se non quelle che la legge gli fornisce per risolvere il problema? Il Comune di Lipari è in grado di individuare un’area, ricorrendo anche all’esproprio, per costruire una scuola i cui fondi giacciono nelle proprie casse, o no?. L’unica certezza, se così si può affermare, è che la volontà di costruire, come ha sottolineato l’architetto Rosanna Galletta, curatrice del progetto già esitato, ci sarebbe. Adesso, dal momento che il piano regolatore è stato approvato, il progetto pure, i fondi ci sono, manca solo una cosa: la volontà politica.Claudia Benassai

Cosa ha sollevato in passato e al presente, FORSE…, interesse per Panarea?
Qualcuno aspetta ancora la scuola…e spera…
Doriana Goracci



domenica, 24 giugno 2007
100% PANAREA
PANAREA, L’ISOLA CHE C’E’ di Alabama
A) Se qualcuno di voi dovesse pensare che quelle di giugno sono vacanze da vecchietti farebbe bene a fare un giro alle Eolie in questi giorni. Ecco a voi, dalla A alla Z, cosa potete trovare oggi a Panarea.
A) IL SOLE: 40 gradi all’ombra, bolla africana. Scalda il mare e illumina i vicoli. Magnifica sensazione per chi arriva dal nord, dove fino a pochi giorni fa dominavano i diluvi.
B) IL MARE: Caldo, trasparente e pulito… perfetto
C) GLI SCOGLI: Rosa al tramonto, belli, bellissimi, magnifici e suggestivi.
D) I VICOLI: Stretti e fioriti, con la montagna che si nasconde dietro… dal sapore meridionale e con gli odori di cucina che si diffondono.
E) LA GNOCCA: Si muove tra la sabbia sentendosi la Venere di Milo (ma con le braccia), si guarda intorno soppesando i culi delle altre, con la paura di essere battuta da una che sia più giovane, più bella o più soda. Passa la sua giornata come una lucertola al sole
F) LO GNOCCO: Depilato è abbronzato, muscoloso e tirato, lo gnocco è il gemello della gnocca, solo più effemminato
G) LA STARLETTE: Si apparta manco fosse Mata Hari, si finge anonima, ma quando si accorge che senza trucco e Maria De Filippi che ne annuncia l’ingresso in scena è anonima davvero, si innervosisce come non mai…. LEI NON SA CHI SONO IO!
H) LA DIVA IN DISARMO: Tolto il cerone, la parrucca, l’imbottitura nel reggiseno… sembra una befana! Ma ha sempre il fascino di bellezza che fu.
I) IL CHIOSCO SULLA SPIAGGIA, con la granita e il caffè freddo, la malvasia e il latte di mandorla e biscottini… un vero angolo di paradiso
J) LA BARISTA DEL CHIOSCO. Mora e bellissima, occhi nocciola e pelle di velluto. Serve ai tavoli con l’eleganza di una principessa, e nessuna potrebbe reggere il confronto.
K) LA MALVASIA. .. dolce e fresca, ti inebria, ti rapisce, ti disinibisce.
L) LA VIP. Nessuno l’ha mai vista, si sa solo che quella barca a vela con due alberi è sua… le vele non le usa mai però… come per il mostro di Lock Ness, non ci sono prove della sua esistenza.
M) IL GECHO. A colpo d’occhio potrebbe sembrare una lucertola, ma è piatto e con la coda lunga…..è lui il padrone dell’isola e il custode dei capperi
N) I CAPPERI: Sono su tutte le rocce, pronti per essere raccolti e messi sotto sale…
O) IL PESTO AI CAPPERI. Buono, buonissimo… ottimo per condire la pasta e per i più pigri per le bruschette.
P) GLI ARANCINI. Non dimentichiamoci che siamo in Sicilia… gli arancini sono ovunque. Ripieni di riso, ma anche di ricotta e Melanzane… invitanti anche con i 40 gradi.
Q) LE SALITE. Alte, altissime, assolate, roventi. Poca ombra, tanta polvere, molta molta fatica.
R) GLI STRAPIOMBI. Ti mostrano il mare dall’alto, e ti premiano per la fatica di essere saliti
S) I FICHI D’INDIA: Arroccati ovunque, in questo periodo stanno fiorendo. ..Meravigliosa promessa di delizie in divenire.
U) IL CHIOSCO DEL PESCE. Un immagine d’altri tempi, il carretto del pesce per strada. Col pesce spada adagiato e pronto per essere affettato e cucinato. E con i gamberi, i granchi e le aragoste vive che sgambettano.
T) I RISTORANTINI: Pesce a gogò, soprattutto crudo… delizioso e rustico
V) IL PESCATORE: Ottant’anni, nato e cresciuto in mare… una grossa cicatrice sulla pancia, e il corpo esile. Non dovrebbe pescare, ma vuole morire così.
W) IL FIGLIO DEL PESCATORE: Lavora in banca e non ama il mare, ma è saggio e asseconda il papà, trascinandogli la barchetta giù dalla battigia.
X) L’INVIATA DI PULP. Curiosa come una bambina, sale lungo i vicoli, tra i venditori di cappellini e le bancarelle di pesce spada
Z) IL FASCINOSO MARINAIO. Ha rapito l’inviata di PULP, e la tiene in sua balia grazie alla Malvasia, al mare, al sole, al caldo, al pesto ai capperi. Alabama
Aspettiamo le vostre foto: PULPREDAZIONE@KATAMAIL.COM


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