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LI ABBIAMO STANATI, MAGGIORANZA E TERZO POLO NON VOGLIONO IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

Io so’ io e voi non siete un c…! La frase del marchese del Grillo è risuonata molte volte questa mattina nella mia testa mentre, in Senato, una proposta dell’Italia dei Valori sul taglio dei parlamentari, su cui tutte le forze politiche si erano dette d’accordo, veniva respinta. Oggi mi sono proprio incazzato ma almeno gli ipocriti, quelli che parlano bene e razzolano male, sono venuti allo scoperto.

Conoscendo i miei polli, il sospetto che non avessero nessuna intenzione di tagliare i costi della politica l’avevo avuta da tempo. Questa mattina, con il mio gruppo, ho voluto stanare chi ha a cuore i privilegi della casta e chi no, chi vuole davvero fare le riforme e chi no. Ai sensi di un articolo del regolamento del Senato ho chiesto la procedura d’urgenza per l’esame immediato in aula di un disegno di legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari di Camera e Senato. La discussione è durata oltre tre ore. Vi invito a leggere il resoconto stenografico della seduta, perché mai come oggi ho visto gente arrampicarsi sugli specchi.

Per tagliare i parlamentari è necessaria una modifica della Costituzione, per cui serve un doppio passaggio parlamentare. Alla fine della legislatura manca appena un anno e mezzo, quindi siamo già in ritardo. Conoscendo i tempi elefantiaci delle camere bisogna muoversi subito, altrimenti non riusciamo a farlo. La riduzione del numero di deputati e senatori è una cosa su cui, sulla carta, mi sembrava fossero tutti d’accordo, per cui mi aspettavo di trovare un voto unanime in aula. Stamattina ho scoperto che non è così. alla mia proposta ha votato a favore soltanto il partito Democratico, mentre la maggioranza (Pdl, Lega, responsabili e cespugli vari) si è astenuta e in Senato l’astensione vale voto contrario. Il Terzo polo, per non scontentare nessuno, non ha proprio partecipato al voto.

La scusa più banale, quella a cui si sono attaccati quasi tutti, è stata che il taglio dei parlamentari deve inserirsi in una più ampia riforma dell’architettura dello Stato per cui bisogna definire il ruolo del Senato, del governo, del presidente del Consiglio, del presidente della Repubblica eccetera. E’ falso! L’architettura istituzionale è un conto, il numero di parlamentari è un altro. Insomma, è stata solo una scusa per conservare la poltrona e i privilegi della casta. Nessuna riforma costituzionale è stata avviata in Parlamento anzi, siamo in alto mare su tutto perché all’interno della maggioranza non sono d’accordo su nulla. Se nessuna riforma si è avviata in tre anni e mezzo, figurarsi quello che riusciranno a fare nei diciotto mesi che restano da qui alla scadenza naturale della legislatura.

Per questo avevamo pensato di ottenere subito un risultato minimo, su cui pareva potessimo essere tutti d’accordo. Invece, la proposta è stata respinta.

A questo punto non credo che taglieremo il numero dei parlamentari in questa legislatura nè, tanto meno, faremo riforme epocali. Il governo e la risicata maggioranza che lo sostiene continueranno a vivacchiare finché potranno.

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