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Italia a rischio disordini sociali

In un momento in cui i policy makers cercano di uscire dalla peggiore crisi economica degli ultimi sessant'anni aumenta il rischio di disordini sociali legati allo status quo.

I ricercatori dell'Economist Intelligence Unit, hanno prodotto uno studio che indica come la protesta sociale che sta nascendo dalla crisi economica potrà rovesciare i governi di molti paesi.

Secondo quanto riferito dai ricercatori dell'EIU, nei prossimi due anni i governi di 95 dei 165 paesi studiati sono da considerarsi a rischio alto o molto alto. Degli altri, 53 sono giudicati a rischio moderato tra i quali l'Italia.

L'Italia appare al centoventesimo posto in classifica (rischio moderato) marginalmente meno stabile del Ruanda, che la segue nella lista. E' interessante notare che nemmeno gli Stati Uniti sono considerati immuni dal rischio di tumulti popolari. Sono al centonovesimo posto, visti dunque dall'EIU come meno stabili del Azerbaijan e El Salvador, che li seguono a ruota, e considerevolmente più a rischio del nostro paese.

Il rapporto delinea anche tre scenari a due-quattro anni: secondo l'Ecoomist Intelligence Unit vi è un 30% di probabilità che il mondo cada nella depressione con un tasso di crescita nei paesi sviluppati inferiore al 1% fino al 2013 insufficiente ad arginare la disoccupazione di massa e il rischio crescente di conflitti.

La protesta che ha scosso le strade del Cairo, di Grecia, Inghilterra e Madrid con i manifestanti e rivoltosi che hanno scatenato la loro furia a causa dell'alto tasso di disoccupazione, delle dolorose misure di austerità quest'anno potrebbe diffondersi in Italia.

A rendere più tragico lo scenario è che quest’anno si è avuto il più alto tasso di disoccupazione degli ultimi dieci anni, una crescente disuguaglianza di reddito, insoddisfazione della guida della nazione ed i drastici tagli ai programmi sociali.

Per questi motivi lo spettro di disordini sociali è concreto soprattutto a causa dell’alto tasso di disoccupazione tra i giovani italiani.

Secondo Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” i recenti avvenimenti hanno evidenziato la centralità dell'occupazione e di un'equa distribuzione del reddito per garantire la coesione sociale, che è essa stessa un elemento chiave per far sì che la crescita sia sostenibile. La questione di certo deve essere presa in considerazione con urgenza, specialmente dal momento in cui le tendenze al rialzo dei prezzi alimentari hanno cominciato ad acuire le disuguaglianze di reddito.

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