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Il CITTADINO è NUDO

Ormai da anni, pezzo dopo pezzo, il cittadino è spogliato e le nudità lo riducono sempre più al rango di suddito. Da quando, parecchi anni or sono, furono aboliti i CO.RE.CO., i Sindaci possono emanare provvedimenti che limitano o revocano i diritti del cittadino senza il filtro di un controllo preventivo esterno. Stessa situazione per gli atti emanati da settori della Pubblica Amministrazione e/o società che gestiscono servizi. Il cittadino che non accetta un provvedimento che ritiene illegittimo (come molte volte accade) ha come unica difesa il ricorso. Ma è subito frenato dai costi di consulenti legali e/o amministrativi che ne limitano l’utilizzo; e, poi, come se non bastasse, nell’era dell’informatica, deve sostenere i costi del contributo unificato bolli, tasse, ecc. Articolo completo nelle pagine 6 e 7 della rivista INCAMPER 143.

Non solo ma il cittadino che desidera ricorrere contro una contravvenzione che ritiene illegittima, dal 6 ottobre 2011 riceverà un’amara sorpresa: Infatti, in materia di opposizione al verbale di accertamento di violazione del Codice della Strada, l’articolo 7 del decreto legislativo n. 150 del 2011 ha previsto, tra le altre, la riduzione del termine entro il quale proporre ricorso al Giudice di Pace avverso il verbale di accertamento. Il termine, infatti, è stato ridotto da 60 a 30 giorni.

Essenziale per ripristinare i diritti è che proprio il cittadino attivi una fisica partecipazione, riunendosi la sera dopocena al fine di organizzare delle basi operative per il cambiamento civile.

Pier Luigi Ciolli

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